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Cambiamento climatico e perdita di biodiversità. Possiamo fare la differenza?

Cambiamenti climatici e biodiversità: moderare il consumo di carne può fare la differenza

L’allevamento intensivo ha impatti negativi importanti sull’ambiente: è una delle cause del cambiamento climatico, inquina le acque e l’aria e porta squilibri tali negli ecosistemi da provocare perdita di biodiversità. Scegliendo prodotti provenienti da allevamenti biologici o all’aperto possiamo contribuire a mitigare questi impatti negativi.

 

L’allevamento intensivo produce grandi quantità di gas serra

Le attività umane hanno un impatto forte sul cambiamento climatico e rappresentano una minaccia seria per il pianeta e i suoi abitanti. L’ allevamento contribuisce per il 14,5% alle emissioni totali di gas serra globali, secondo i dati della FAO.

Produrre carne intensivamente libera gas a effetto serra lungo tutta la catena produttiva; oltre alla digestione degli alimenti, la deforestazione, praticata per creare zone di coltivazione destinate all’alimentazione dell’allevamento intensivo e per allevare animali, libera gas precedentemente stoccati nel suolo e nella vegetazione. Inoltre la fabbricazione di fertilizzanti di sintesi necessari alle colture intensive per l’alimentazione animale utilizza ugualmente quantità considerevoli di energia fossile che si traduce in importanti emissioni di CO2.

Ma l’anidride carbonica non è il principale problema: anche il metano e il protossido di azoto sono a loro volta prodotti in grandi quantità e liberati attraverso differenti fonti, notoriamente le deiezioni animali, la fermentazione prodotta dai ruminanti durante la digestione e l’utilizzo di fertilizzanti. L’allevamento produce rispettivamente il 37% e il 65% di metano e di protossido di azoto mondiali. Questi due gas sono molto più inquinanti dell’anidride carbonica.[1]

Perdita di biodiversità

Circa il 30% della perdita di biodiversità globale è attribuibile all’allevamento intensivo, causata da deforestazione, agricoltura intensiva, impoverimento del suolo e desertificazione. [2]

Moderare il consumo di carne può fare la differenza

Uno studio del 2014 mostra che se il sistema attuale di intensificazione dell’agricoltura e dell’allevamento resterà tale, condurrà ad un aumento delle emissioni di gas serra del 77% entro il 2050 e queste emissioni, da sole, potrebbero causare un aumento della temperatura mondiale vicino ai 2°[3].

Secondo lo stesso studio le emissioni di agricoltura ed allevamento possono diminuire solo con una riduzione del 50% dello spreco di cibo e con un cambiamento nella dieta. Questo implicherebbe una riduzione del consumo di carne in molte regione del pianeta, ma comprenderebbe anche un aumento del consumo in altre regioni in cui la carne viene ora consumata in scarse quantità.

Inoltre secondo uno studio pubblicato nel 2014 [4] riducendo del 50% il consumo di carne, latte e uova nell’Unione europea, si ridurrebbero le emissioni del 25-40%. E’ per questo che le nostre azioni hanno un’enorme importanza nella lotta al cambiamento climatico e per proteggere l’ambiente.

Portare nei nostri piatti prodotti provenienti da allevamenti all’aperto o biologici, significa pensare anche all’ambiente, oltre che agli animali e alla propria salute.

 

Fonti

  1. Bailey R et al, 2014. Livestock – Climate Change’s Forgotten Sector. Chatham House.
  2. [idem]
  3. Bajželj B. Et al, 2014. Importance of food-demand management for climate mitigation. Nature Climate Change http://www.nature.com/doifinder/10.1038/nclimate2353
  4. Westhoek H et al, 2014. Food choices, health and environment: Effects of cutting Europe’s meat and dairy intake. Global Environmental Change, Vol 26, May 2014 p196-205.http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0959378014000338
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