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Dobbiamo dire ai nostri bambini la verità sugli allevamenti intensivi

News Icon 21/07/2015

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La maggior parte dei giocattoli, giochi e cartoni animati sul mondo delle fattorie, dipingono uno scenario idilliaco di vita all’aperto, con colline ondulate, contadini dalle gote rosate e animali felici. A noi interessa, invece, esplorare quali sono le forze che perpetuano questo mito agricolo e perché è arrivato il momento di fare in modo che i nostri bambini sappiano veramente come stanno le cose.

I nostri bambini diventeranno i consumatori, agricoltori, allevatori, imprenditori e decisori di domani. Le informazioni che ricevono oggi influenzeranno il futuro dell’agricoltura e dell’ allevamento. Ma abbiamo fatto abbastanza per educare la prossima generazione su da dove proviene veramente il cibo di cui si nutre? Dopo una rapida occhiata ad un negozio di giocattoli locale o una visita all’ultimo megastore, sarà probabilmente facile convenire con noi che si potrebbe fare molto di meglio.

Giocare con la realtà

È probabile che i bambini si animino tutti quando pensano alle fattorie e agli animali che ci vivono, di cui hanno una visione confusa e dobbiamo perdonarli per questo. Dai giocattoli nostalgici realizzati da marche come Lego e Fischer-Price al numero senza fine di animali sorridenti nelle campagne visti sugli schermi tv per decenni, le piccole e bucoliche fattorie sono probabilmente le uniche che conoscono.

Anche in quelle rare occasioni in cui l’idea di allevamento intensivo diventa oggetto di discussione nella cultura d’infanzia popolare, la storia raccontata può essere molto fuorviante. Nel 2013, ad esempio, un libro per bimbi da colorare americano chiamato “Produttori, Maiali e carne di maiale” raffigurava un’immagine perfettamente pulita di allevamento intensivo, con  maiali “sani e felici” da cui si sarebbe poi ricavato carne “sicura, sana e deliziosa”. Era, ovviamente, una trovata astuta della propaganda della grande industria agricola e non avrebbe potuto essere più lontana dalla realtà.

In qualsiasi modo si consideri la questione, ci troviamo di fronte ad un grave gap informativo. Per non menzionare i bimbi che, nel mondo, sono così disconnessi dal cibo da arrivare a credere che il formaggio cresca sugli alberi e che la pasta sia fatta di carne, fra le altre cose. Bisogna ammettere che questo tipo di sondaggi d’opinione devono essere presi con cautela, ma i risultati sono comunque scioccanti da leggere.

Colmare il gap informativo

Cosa possiamo fare quindi per rimediare a questa allarmante mancanza di conoscenza, che va dai più piccoli, che sono completamente all’oscuro della realtà, a quelli che vedono l’allevamento moderno come qualcosa di divertente?

Possiamo toglierci quegli occhiali dalle lenti rosate, per principianti, e cominciare ad incoraggiare una discussione più aperta e onesta – in classe e attorno al tavolo da pranzo – sulla provenienza del nostro cibo. Come parte di un dibattito più ampio, i giocattoli, i giochi e i cartoni animati per bambini non dovrebbero cominciare ad essere più realistici sull’allevamento?

Non stiamo suggerendo che i produttori di giocattoli, di film o di cartoni animati debbano cominciare improvvisamente a raffigurare la crudeltà e il sudiciume degli allevamenti intensivi in tutta la loro portata– siamo lontani da questo.

Sarebbe qualcosa in grado di traumatizzare anche adulti con i piedi per terra, figuriamoci dei bambini.

Piuttosto, suggeriamo un approccio più sottile per affrontare le vere condizioni dell’allevamento senza creare problemi alle famiglie. 

Qualche idea

Di seguito trovate giusto qualche idea veloce su come si potrebbe introdurre un po’ di quella trasparenza di cui abbiamo un gran bisogno, nella cultura popolare sul cibo, l’agricoltura e l’allevamento.

  • Nei tradizionali giocattoli e giochi sulle fattorie, perché non includere un’etichetta “attenzione” che dica: “non tutti gli allevamenti sono come questo!” con un breve paragrafo esplicativo  e/o un link ad una risorsa online che spiega con maggiore dettaglio il problema.
  • Un’altra idea potrebbe essere di assicurarsi che ogni volta che dei bambini visitano una fattoria con elevato standard di benessere animale (ad esempio una fattoria estensiva nel cuore della campagna), assistano poi anche ad una lezione sulla realtà della produzione di cibo più moderna – e su come più fattorie dovrebbero essere simili a quella che hanno appena visto.
  • Perché non andare addirittura oltre e creare giocattoli più aderenti alla realtà come questo; come abbiamo detto non è necessario che siano assolutamente tetri e deprimenti (dopo tutto, nessuno li comprerebbe se lo fossero!), ma potrebbero essere più onesti sulle densità di allevamento e sul fatto che gli animali vengono tenuti al chiuso. Sarebbe un compromesso importante.

Fair play

Se siamo tutti per nutrire la crescente popolazione mondiale nei prossimi decenni senza fare soffrire gli animali, le persone o il pianeta, educare la prossima generazione sulla necessità di un allevamento e di un’agricoltura migliore non è solamente logico ma anche giusto – nei loro confronti e delle generazioni future.

Chiaramente, non esiste una soluzione infallibile su come migliorare il nostro sistema alimentare, ma una cosa è certa: non dovremmo mai sottostimare il potere dei giovani, dalla loro capacità di farsi valere  a casa al loro potenziale di cambiare il mondo da adulti. E quale modo migliore di cominciare se non con i giocattoli, i giochi e i cartoni animati che così spesso occupano le loro menti quotidianamente?

 

Se un giocattolo dicesse la verità sull’allevamento intensivo, lo compreresti per i tuoi amici e la tua famiglia?

Aiutaci a mettere fine all’allevamento intensivo una volta per tutte.

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