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Da Coldiretti demonizzazione dei ‘novel food’ in difesa dell’insostenibile status quo

News Section Icon Pubblicato 09/04/2025

Collage di una foto di carne coltivata in laboratorio e di un pollo broiler dal petto abnorme
Quali di queste due immagini trovi più spaventosa?

La campagna di demonizzazione della carne coltivata – non “sintetica” – di Coldiretti sembra avere poco a che vedere con la salute delle cittadine e dei cittadini europei, e molto a che fare con la tutela dello status quo e dell’interesse di pochi.

La risposta della comunità scientifica

Sull’assenza di basi scientifiche delle richieste della manifestazione della scorsa settimana – in cui si chiedeva all’Autorità europea per la sicurezza alimentare di trattare i ‘novel food’ come farmaci e non alimenti – c’è poco da aggiungere. La lettera firmata da 16 esponenti della comunità scientifica lo ha già fatto con molta più chiarezza e competenza di quanto potremmo farlo noi.

Farmaci e alimenti seguono processi di approvazione distinti perché rispondono a esigenze radicalmente diverse,” scrivono i firmatari. “Paradossalmente, la regolamentazione alimentare è improntata a maggiore sicurezza.” Un esempio su tutti: i farmaci possono essere approvati in presenza di effetti collaterali, gli alimenti no.

La carne coltivata fa male?

Coldiretti, e chi ne sposa la visione, continua instancabilmente a promuovere un messaggio fuorviante e pregiudiziale secondo cui il cibo prodotto in laboratorio sia intrinsecamente dannoso per la salute. Noi non siamo dello stesso avviso.

Già dal report What’s Cooking pubblicato dal Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) nel 2023, si evince che le nuove tecnologie potrebbero al contrario giocare un ruolo importante nel ridurre il rischio di trasmissione di zoonosi e limitare il rischio dell’antibiotico-resistenza. Infatti, le alternative alla carne create in un laboratorio sterile dovrebbero, in teoria, richiedere anche un minor uso di antibiotici rispetto a quello degli allevamenti intensivi, mentre al tempo stesso ridurrebbero il rischio di malattie alimentari.

Non solo, se non è ancora possibile prevedere le differenze nutrizionali fra prodotti di origine animale e le loro alternative – non essendo questi commercializzati su larga scala – il novel food potrebbe, potenzialmente, essere progettato per essere più nutriente e presentare minori fattori di rischio associati al consumo di carne, ad esempio riducendo la quantità di grassi saturi.

Il sistema deve cambiare

In un contesto globale in cui le continue crisi climatiche ci dimostrano quanto sia urgente ripensare al modo in cui produciamo e consumiamo cibo, demonizzare le nuove tecnologie a favore dello status quo è a dir poco pericoloso. Sia la carne coltivata che la fermentazione di precisione sono tecnologie che potranno fornire proteine e altri nutrienti con metodi alternativi agli allevamenti e giocare un ruolo cruciale nel ridurre il numero di animali allevati a scopo alimentare. Un numero che è oramai totalmente insostenibile.

Sono il cibo coltivato e gli altri novel food la panacea di tutti i mali del nostro sistema alimentare? Non lo crediamo. Ma potrebbero dimostrarsi potenti alleati che non possiamo e non dobbiamo trascurare, in un più ampio contesto di iniziative e soluzioni diversificate, necessarie per avviare la costruzione di sistemi alimentari migliori, più sostenibili e giusti.

Quale allevamento "naturale"?

In conclusione, c’è un altro punto che va scardinato. In termini di prodotti di origine animale, a cosa ci riferiamo quando parliamo di quello che Coldiretti presenta come ‘cibo naturale’, quello delle ‘campagne’?

Coldiretti promuove di solito un’immagine dell’allevamento ‘tradizionale’, quello della campagna, con gli animali felici, spesso dipinti al pascolo, che purtroppo è minoritario. Il sistema di allevamento predominante, anche in Italia, è quello intensivo, ovvero quello dei capannoni chiusi, maleodoranti e incubatori di virus e batteri pericolosi, in cui gli animali vengono selezionati geneticamente per produrre più carne, più latte, più uova quanto più velocemente possibile

Forse prima di parlare della ‘carne Frankenstein’ dovremmo affrontare il tema di animali come il ‘Frankenpollo’: il pollo broiler, l’animale terrestre piu allevato al mondo e in Italia, selezionato per crescere a una tale velocità da non riuscire a sostenere il proprio peso sulle zampe. È questo il cibo ‘naturale’ che dobbiamo proteggere?

 

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