I risultati del nostro nuovo sondaggio, pubblicato oggi, mostrano che più di 9 persone su 10 in Italia ritengono che il benessere dei pesci debba essere tutelato nella stessa misura o in misura maggiore rispetto agli altri animali allevati a scopo alimentare.
In collaborazione con Eurogroup for Animals abbiamo condotto un sondaggio - realizzato da Sapience - che ha coinvolto oltre 9.000 partecipanti in Repubblica Ceca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Polonia, Spagna, Svezia e Paesi Bassi. L'obiettivo era quello di conoscere l'atteggiamento del pubblico nei confronti dei pesci e le loro abitudini di consumo, nonché la loro consapevolezza delle pratiche di allevamento.
Sofferenze di massa per i pesci
I pesci sono esseri senzienti, in grado di provare piacere e dolore. Ciononostante, ogni anno nell'UE vengono allevati fino a un miliardo di pesci e attualmente non esiste una legislazione specifica che tenga conto dei loro particolari bisogni, permettendo così a pratiche non etiche di continuare a esistere. Di conseguenza, molti pesci patiscono dolore e sofferenza negli allevamenti intensivi.
Il sovraffollamento li rende più vulnerabili a malattie, stress, aggressioni e lesioni fisiche, e il digiuno forzato è una pratica diffusa. Nell'UE, i pesci vengono frequentemente macellati con metodi crudeli, subendo spesso una morte lenta e dolorosa per asfissia o addirittura venendo eviscerati vivi.
Cittadini e cittadine UE vogliono un cambiamento
I risultati del sondaggio sono chiari, in tutti e nove i Paesi. Le persone nell’UE e in Italia vogliono un cambiamento:
- Molti cittadini e cittadine dell'UE non sono a conoscenza dei metodi di allevamento ittico più comuni e delle loro conseguenze. Il 47% delle persone intervistate in Italia ha mostrato una scarsa conoscenza delle attuali pratiche di acquacoltura, un punto percentuale inferiore alla media europea del 48%. Ad esempio, solo il 35% dei partecipanti ha affermato di sapere che gli antibiotici sono comunemente usati negli allevamenti ittici e solo il 41% era consapevole che i sistemi di allevamento non permettono ai pesci di esprimere i loro comportamenti naturali.
- Il 71% dei partecipanti concorda sul fatto che i pesci possono provare dolore. In Italia, il 73% si è dichiarato d'accordo con questa affermazione.
- Il 66% delle persone intervistate in Italia sapeva che la maggior parte dei pesci allevati non viene stordita prima della macellazione, mentre il 75% ritiene che lo stordimento dovrebbe essere obbligatorio per legge.
- Le persone in Italia si sono dimostrate più attente al benessere dei pesci di molte controparti negli altri Paesi rappresentati nel sondaggio, registrando le percentuali più alte in numerose risposte:
- ad esempio, più della metà concordava che i pesci sono intelligenti (61% su una media del 51%) e possono provare emozioni positive (54% su una media di 45%);
- il 69% si è dichiarato a favore di un divieto all’introduzione dell’allevamento di nuove specie carnivore (su una media del 58%);
- solo il 14% era d’accordo nel continuare a permettere la vendita di pesci vivi, una percentuale pari a quella tedesca, contro la media del 19%.
- Le persone in Italia hanno anche dimostrato una maggiore attenzione all’utilizzo dei fondi pubblici: secondo la stragrande maggioranza (91%), il denaro dovrebbe sostenere allevamenti che garantiscono elevati standard di benessere.
Per quanto riguarda acquisto di prodotti ittici, la quasi totalità di italiani e italiane (94%) ha dichiarato che vorrebbe acquistare pesce allevato in condizioni di maggior benessere, mentre il 73% ha affermato che vorrebbe che i prodotti ittici includessero una chiara etichettatura del benessere che rifletta il modo in cui il pesce è stato allevato e macellato.
In breve, la richiesta delle persone di maggiori standard di benessere per i pesci non viene al momento soddisfatta.
Serve una legislazione adeguata
In risposta a questo importante segnale di sostegno, oggi abbiamo inviato una lettera aperta ai candidati commissari per Agricoltura e alimentazione, Salute e benessere animale e Pesca e oceani, esortandoli a dare priorità alla pubblicazione delle restanti proposte sul benessere animale e a garantire elevati standard di protezione per i pesci allevati e gli altri animali acquatici.
Questa iniziativa gode del sostegno di quattro persone su cinque intervistate in tutti e nove i Paesi dell'UE, che sono favorevoli a una legislazione che richieda l'uso delle migliori pratiche e della scienza più avanzata per soddisfare le esigenze di benessere degli animali acquatici allevati.
Annamaria Pisapia, la nostra direttrice, commenta: “Il nostro nuovo sondaggio dimostra che la stragrande maggioranza delle persone intervistate nell'UE ha a cuore il benessere dei pesci allevati. In Italia i numeri sono ancora maggiori. Tuttavia, in molti ignorano le crudeltà che possono essere inflitte durante l'allevamento e la macellazione e, per di più, che tutto ciò avviene per mancanza di protezione legale. I pesci, come gli animali allevati sulla terraferma, sono esseri senzienti e hanno bisogno di leggi che riducano quanto più possibile le loro sofferenze. Esortiamo quindi la Commissione europea a rispondere alle preoccupazioni espresse da cittadini e cittadine e a introdurre leggi specie-specifiche per i pesci.”
Come dimostrato, sempre più persone in Italia e nell'Unione europea chiedono che anche i pesci possano godere delle stesse tutele legali degli altri animali allevati. Anche grazie al sostegno della maggioranza dei cittadini e delle cittadine UE, continueremo a fare pressione sulla nuova Commissione, affinché i pesci abbiano finalmente il rispetto e l'attenzione che meritano.