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Cage-free Day 2022, l’UE vieti le gabbie al più presto

News Section Icon Pubblicato 13/10/2022

Oggi, 13 ottobre 2022, è il Cage-free Day, una giornata globale istituita da CIWF, interamente dedicata alla sensibilizzazione sulle crudeltà a cui sono sottoposti gli animali allevati in gabbia. La nostra speranza è di poter presto celebrare in questa giornata il momento in cui le gabbie in Europa saranno relegate passato: un obiettivo vicino, ma che non possiamo dare per scontato.

Quattro anni di mobilitazione dei cittadini

Nel 2018 abbiamo lanciato l’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) “End the Cage Age” a cui hanno aderito oltre  170 associazioni,–. Una ICE è una petizione normata da precise regole che consente ai cittadini europei di proporre una legislazione. Nell’UE ogni anno oltre 300 milioni di animali allevati a fini alimentari – tra cui galline, quaglie, conigli, scrofe, vitelli, anatre e oche – trascorrono tutta o gran parte della loro vita in gabbie che impediscono loro i movimenti più elementari e di esprimere i propri comportamenti naturali. Inorriditi da questa pratica crudele, i cittadini europei hanno fatto sentire la loro voce, chiedendone la fine.

Nell’arco di un anno dal suo lancio, 1,4 milioni di persone avevano firmato l'Iniziativa dei cittadini europei, culminata nel giugno 2021 con un voto schiacciante del Parlamento europeo a favore dell’eliminazione delle gabbie. Più tardi, nello stesso mese, la Commissione europea ha preso lo storico impegno di vietare le gabbie per galline, maiali, vitelli, conigli, anatre, oche e altri animali allevati a fini alimentari, fissando il termine per l’eliminazione graduale delle gabbie nell’anno 2027.

“Eccellenza” sotto i riflettori

Fin quando anche l’ultimo animale allevato non sarà liberato dalla gabbia in cui è costretto continueremo a denunciare la crudeltà dell’allevamento intensivo.

Con la nostra ultima video-inchiesta, pubblicata nel luglio di quest’anno, abbiamo diffuso immagini forti riprese in 16 allevamenti in Italia, Spagna, Francia e Polonia – mettendo a nudo la crudeltà, la sofferenza e la frustrazione che le  scrofe sono costrette a subire in gabbia.

Gli allevamenti su cui abbiamo indagato includono fornitori dei prodotti di “eccellenza”, come il prosciutto di Parma e quello di Bayonne: dalle immagini è emerso con chiarezza che in questi allevamenti le scrofe erano tenute nelle stesse crudeli condizioni di reclusione degli allevamenti intensivi  “standard”.

scrofa in gabbia con suinetti

Il report dell’EFSA conferma la sofferenza delle scrofe

Circa l'85% di tutte le  scrofe nell’UE sono costrette a trascorrere quasi metà della loro vita adulta in una gabbia così piccola da impedir loro anche di girarsi.

Peraltro, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), organo di controllo sulla sicurezza alimentare dell’UE, ha recentemente confermato che le gravi restrizioni di movimento imposte alle scrofe provocano loro sofferenze che potrebbero essere evitate, poiché  esistono  alternative alla stabulazione in gabbia. È tempo che la Commissione europea ponga fine a questa crudeltà, proponendo il tanto atteso divieto delle gabbie il prossimo anno, nell'ambito della revisione della legislazione sul benessere animale.

Lo scorso maggio abbiamo presentato a Roma un report realizzato per noi dal CRPA – Centro Ricerche Produzioni Animali-incentrato sull’analisi dei costi di passaggio a sistemi cage-free per le scrofe nelle fasi di fecondazione-gestazione e maternità: un investimento importante, doveroso e fattibile con il supporto di fonti finanziamento pubbliche.

La battaglia è vinta, adesso vinciamo la guerra

In questi anni di campagna, la nostra lotta contro le gabbie ha trovato resistenze da parte della lobby del grande settore zootecnico, impegnata a salvaguardare il proprio profitto facendo pressione in difesa di queste pratiche crudeli. Si è rivelata una battaglia particolarmente impegnativa, contro il loro esercito di avvocati e di esperti.

Ma le difficoltà non ci hanno fermato e non ci fermeranno.

La sofferenza degli animali in gabbia è innegabile. La Commissione europea deve presentare una proposta efficace e con tempi ragionevoli per mettere fine all’utilizzo delle gabbie, una volta per tutte.

L’ultima parola poi spetterà agli Stati membri, che valuteranno la proposta nell’ambito   del Consiglio europeo. Aiutaci a vincere la guerra e a far sì che anni di battaglie e la promessa della Commissione non siano vanificati, firma l’appello e chiedi al nuovo Governo italiano di sostenere il divieto.

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