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Ondata di calore, negli allevamenti intensivi non esiste tregua

News Section Icon Pubblicato 18/07/2023

Per gli animali negli allevamenti intensivi non c’è fuga o tregua dalle temperature infernali

L’appello di CIWF perché gli allevatori intervengano per limitare la sofferenza degli animali durante questa ondata di caldo e perché si evitino trasporti di lunga durata o in orari che non siano notturni

  • Stiamo affrontando la settimana più calda mai registrata. In Italia, si prevedono temperature estreme in ampie aree del Paese, con temperature che supereranno i 40°. Nella capitale è prevista una massima di 42° (Fonte: Meteo Aeronautica Militare).
  • Temperature così estreme aggravano le già difficili condizioni in cui vivono gli animali allevati intensivamente, specialmente quelli tenuti al coperto a migliaia. Lo stress termico può rivelarsi fatale.
  • Si sollecitano gli allevatori a ridurre le densità d’allevamento, ovvero il numero degli animali nei capannoni e al coperto, e ad aumentare la ventilazione e di assicurare agli animali negli allevamenti all’aperto accesso continuo a ombra e acqua fresca.
  • In caso di clima torrido, il trasporto di animali vivi dovrebbe essere limitato alle ore notturne ed escludere i lunghi viaggi per prevenire lo stress termico.
  • Queste crescenti temperature, e altre condizioni climatiche estreme a cui assistiamo in tutto il mondo, accendono i riflettori sulla crisi climatica che ci troviamo ad affrontare.
  • Il settore zootecnico è responsabile di circa il 18% delle emissioni globali di gas serra; perciò è cruciale che i leader mondiali prendano coscienza del ruolo che le emissioni dovute agli allevamenti giocano nella crisi climatica.

Annamaria Pisapia, direttrice di CIWF Italia, commenta:

Mentre ciascuno di noi è alla ricerca del purché minimo sollievo da questo terribile caldo, il nostro pensiero va agli animali ammassati nei capannoni e nelle gabbie degli allevamenti intensivi, e a quelli trasportati per lunghe ore e persino per giorni. Le loro condizioni erano infernali già prima di quest’ondata di calore. Non possiamo neanche immaginare quanto stiano soffrendo ora.

Per questo sollecitiamo gli allevatori a fare tutto il possibile per ridurre lo stress e la sofferenza degli animali in questo clima estremo, e, se devono essere trasportati, che ciò accada solo di notte e solo per viaggi brevi.”  

Temperature come queste accendono i riflettori sulla sempre più grave crisi climatica che ci troviamo ad affrontare. Il settore zootecnico è responsabile di circa il 18% delle emissioni globali di gas serra: più di tutti gli aerei, treni e automobili nel mondo messi insieme. Nonostante il ruolo svolto dal settore zootecnico nell’attuale emergenza climatica sia evidente, i nostri leader globali continuano a nascondere la testa sotto la sabbia e a trascurare il problema.

Se non riduciamo in modo considerevole il consumo di carne e prodotti lattiero-caseari in tutti i Paesi, tranne che in quelli più poveri, sarà praticamente impossibile evitare livelli di cambiamento climatico pericolosi e le temperature continueranno a salire. Continueremo a vivere estati con settimane e giornate considerate le ‘più calde mai registrate’, una dopo l’altra. Vogliamo davvero ‘cuocere’ il pianeta per soddisfare il nostro appetito per la carne a basso costo?

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