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L’estinzione vien mangiando: i Paesi più ricchi consumano troppa carne

News Section Icon Pubblicato 11/05/2023

I Paesi più ricchi del mondo stanno portando l’umanità sull’orlo del baratro dell’estinzione, un boccone alla volta – con gli Stati Uniti al primo posto nel sovraconsumo di carne – svela un report presentato oggi (11 maggio) da Compassion in World Farming.

Il report, intitolato More money more meat (Più soldi, più carne), rivela per la prima volta quanto ogni Paese ad alto e medio reddito debba ridurre il proprio consumo di alimenti di origine animale – carne, pesce e prodotti ittici, latticini e uova – per restare nei limiti e non compromettere la salute del pianeta. L’Islanda è il Paese che deve ridurre maggiormente il consumo di tutti gli alimenti di origine animale (73%), mentre gli Stati Uniti devono ridurre il proprio consumo eccessivo di carne* di ben l'82%.

L’Italia occupa l’ottavo posto nella lista dei Paesi che devono ridurre il consumo generale di prodotti di origine animale, ed è una delle 15 nazioni dell’Unione europea ad essere stata annoverata fra i principali 25 consumatori di prodotti animali al mondo – dopo Finlandia (2°), Spagna (3°), Portogallo (5°), Svezia (6°) e Francia (7°). Nel dettaglio, il consumo italiano deve ridursi del 69% per la carne, 53% per i prodotti lattiero-caseari, del 30% per il pesce e altri prodotti ittici, e del 58% per le uova.

Si tratta del primo report a fornire dati sulla riduzione di tutti gli alimenti di origine animale e calcoli dettagliati per il consumo effettivo – comprese le parti non commestibili degli alimenti di origine animale e i rifiuti a livello domestico – fornendo un quadro più accurato del consumo. I calcoli si basano sulla EAT-Lancet Planetary Health Diet  (la Dieta per la salute del pianeta di EAT-Lancet), linee guida che mirano a fornire diete sane attraverso sistemi alimentari sostenibili entro il 2050.

Presentato oggi alla conferenza internazionale Extinction or Regeneration presso il QEII Centre di Londra, il report sottolinea come il nostro insaziabile appetito per carne a basso costo e per altri alimenti di origine animale sia alla base delle sempre più gravi emergenze climatiche, sanitarie e naturali. Secondo lo studio, nei primi 25 Paesi a reddito medio-alto è necessaria un’importante riduzione del consumo di questi prodotti per salvaguardare il futuro e la salute delle persone, degli animali e del pianeta.

I dati principali del report mostrano che:

  • Complessivamente, l'Islanda è il Paese con più strada da fare, dovendo ridurre il quantitativo di calorie provenienti da alimenti di origine animale del 73% (per arrivare al 12% delle calorie indicato dalla dieta EAT-Lancet), seguito da Finlandia (70%), Danimarca (68%), Montenegro (66%) e Lussemburgo (65%).
  • Per quanto riguarda la carne, gli Stati Uniti* sono in cima alla classifica dei Paesi che necessitano di una maggiore riduzione, con l'82%, seguiti da Australia (80%), Argentina (80%), Israele (78%) e Spagna (78%).
  • In testa al consumo eccessivo di pesce e prodotti ittici ci sono: Islanda (77%); Maldive (76%); Seychelles (64%); Repubblica di Corea (63%) e Malesia (63%).
  • Le prime cinque riduzioni necessarie per il settore lattiero-caseario sono: Finlandia (74%); Montenegro (74%); Albania (71%); Paesi Bassi (69%); e Svizzera (68%).
  • E per le uova sono: Messico (76%); Cina (76%); Giappone (75%); Paesi Bassi (74%) e Malesia (73%).
  • Nonostante le evidenze scientifiche, i Governi continuano a escludere la riduzione degli alimenti di origine animale nei loro piani d’azione nazionali o nelle loro strategie alimentari.
  • La Danimarca è in prima linea per quanto riguarda i progressi, avendo recentemente pubblicato alcune delle linee guida alimentari più rispettose dell’ambiente al mondo e ha deciso di creare un piano d’azione nazionale a sostegno degli alimenti a base vegetale con consistenti finanziamenti.

Organizzata da Compassion in World Farming in collaborazione IPES-Food, l’Institute of Development Studies e altri partner, la conferenza Extinction or Regeneration ha aperto i lavori oggi per affrontare l’urgente necessità di costruire sistemi di produzione alimentare più sostenibili, che possano nutrire le generazioni future, proteggendo al contempo gli esseri umani, gli animali e il pianeta.

Il CEO globale di CIWF, Philip Lymbery, ha rivelato le conclusioni del report durante il suo discorso di apertura alla conferenza di questa mattina. “Nei Paesi più ricchi – ha affermato – ci stiamo letteralmente dirigendo verso l’estinzione un boccone alla volta. Il nostro insaziabile appetito per la carne a basso costo e per altri alimenti di origine animale sta danneggiando la nostra salute, causando immense crudeltà sugli animali e uccidendo il nostro pianeta.

Se non apriamo gli occhi e non agiamo subito per ridurre questo disastroso sovraconsumo, sarà semplicemente troppo tardi. Le nazioni più ricche hanno la responsabilità di agire immediatamente attraverso politiche nazionali per contrastare e ridurre il loro impatto nel determinare le emergenze climatiche, sanitarie e naturali.

“Dobbiamo sfruttare questa grande opportunità offerta dalla conferenza Extinction or Regeneration per condividere soluzioni e promuovere percorsi verso sistemi agricoli rigenerativi, che abbiano impatti positivi sul clima e sulla natura. L’unico modo per salvaguardare il nostro futuro è quello di mettere fine all’allevamento intensivo e creare un sistema alimentare globale che sia rispettoso degli animali, delle persone e del nostro pianeta: ridurre il nostro consumo eccessivo di alimenti di origine animale è una parte fondamentale di questo processo”.

Il report sottolinea l’attuale passività dei Governi nell’affrontare il problema e include chiare indicazioni politiche per ridurre questo consumo eccessivo a livello nazionale, tra cui: definire dei chiari obiettivi per la riduzione del consumo di prodotti di origine animale, sostenere questi obiettivi con strategie o piani d’azione, includendo una varietà di misure da poter mettere in atto. Bisognerebbe allineare le linee guida dietetiche con i principi della dieta EAT-Lancet per un'alimentazione sana basata su sistemi alimentari sostenibili e incentivare diete sane a base di alimenti vegetali. Inoltre, è necessario assicurare che non vengano stanziati sussidi per gli allevamenti intensivi o la produzione di mangimi, ma piuttosto per sostenere produttori di alimenti vegetali e allevatori che operano applicando alti standard di benessere animale e procedure maggiormente rispettose della natura.

NOTE ALLA STAMPA

  • Approfondisci qui la metodologia di More Money More Meat, con i dati relativi alle riduzioni per tutti i 103 Paesi ad alto e medio reddito.
  • *Carne di bovini e di altri animali della specie bovina, carne di montone e di capra, carne di maiale, carne di pollame e tutti gli altri tipi di carne.
Globe

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