Il paradosso del nostro sistema alimentare

I mangimi sono il nodo centrale di un’equazione di squilibrio che caratterizza il nostro modo di produrre cibo. Al giorno d’oggi, ci racconta De Augustinis, abbiamo due record mondiali che, messi uno accanto all’altro, non possono che stonare: massima disponibilità di cibo e massima fame.

Quale ruolo giocano i mangimi in questo squilibrio?

“Le risorse ci sono,” ci racconta De Augustinis. “C’è un problema di accessibilità: cioè, chi può permettersi di accedere a quelle risorse e per farci cosa.” Infatti, continua il giornalista, si stima che oltre un terzo delle coltivazioni mondiali finisca nella mangimistica. Un dato che conferma anche Our World in Data, secondo cui, al 2022, circa il 40% dei cereali coltivati nel mondo è utilizzato per nutrire animali allevati. Cifra che sale in modo significativo se si guarda solo all’Europa, sfiorando il 65%*.

“Questo è particolarmente vero per alcune materie prime che sono molto delicate, come la soia.” Basti pensare che, secondo stime, ben l’80% della produzione mondiale di soia finisce nella mangimistica. Il restante? Un’altra fetta considerevole finisce in biocombustibili, e solo una parte marginale – l’8%, secondo Our World in Data – viene consumata direttamente dalle persone sotto forma di tofu, tempeh, e altri cibi.

Perché l’allevamento intensivo non sfamerà il mondo