Il Parlamento europeo si è espresso a favore di un divieto che, se diventasse legge, impedirebbe l’utilizzo di termini “carnosi” sulle etichette di prodotti di origine vegetale, come burger, bistecca e salsiccia.

Il regolamento, proposto lo scorso luglio dalla Commissione europea, avrebbe l’obiettivo dichiarato di tutelare la trasparenza, evitare confusione, e “preservare il significato culturale e storico della terminologia della carne”.

Il divieto segue le restrizioni già esistenti su latte e yogurt, e – stando a discussioni in corso – potrebbe anticiparne di successive su ulteriori prodotti alternativi ai latticini e al pesce.

La posta in gioco

Un simile divieto rischia di rallentare la transizione verso diete più sostenibili, basate su prodotti di origine vegetali. Di fatto, costringerebbe un settore in crescita, quello delle alternative vegetali alla carne – di cui l’Europa è leader globale – a sostenere costi enormi per re-brandizzare i propri prodotti.

Inoltre, questo divieto sarebbe in contraddizione con una sentenza della Corte europea di giustizia, secondo cui la legislazione in vigore è già sufficiente a tutelare i consumatori.

Cosa succede ora

Dopo l’approvazione del 7 ottobre in sede di Parlamento europeo, la palla ora è passata in mano al Consiglio. In questo momento, sono in corso delle negoziazioni che proseguiranno nelle prossime settimane per determinare se questo regolamento diverrà realtà o meno.

Approvare questo divieto sarebbe un grave errore, contro cui CIWF si è opposta, aggiungendo la propria firma a una lettera aperta rivolta alla Commissione, il Parlamento e il Consiglio dell’Unione europea. La lettera, al momento, conta il sostegno di oltre 400 associazioni provenienti da 22 Paesi.

Il Parlamento UE "censura" le alternative vegetali alla carne