La Commissione europea ha presentato il proprio programma di lavoro per il 2026. A saltare all’occhio non è tanto il suo contenuto, ma quello che vi manca: la revisione delle norme sul benessere animale, che doveva includere anche la proposta legislativa per vietare l’utilizzo delle gabbie nell’allevamento. Una delusione nonché l’ennesima ambiguità da parte dell’esecutivo europeo. Ma cosa significa, questo, in concreto?

E, soprattutto, cosa possiamo fare noi?

Cosa è successo: il programma di lavoro UE

Durante la sessione plenaria del Parlamento europeo, ieri (21 ottobre) la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen ha presentato il programma di lavoro per il 2026. In questo documento, purtroppo, non vi è menzione della proposta legislativa per vietare le gabbie in risposta all'Iniziativa dei cittadini europei End the Cage Age. Il benessere animale è menzionato solo in una misura non legislativa in materia di “zootecnia, con inclusi elementi in materia di benessere animale”.

Questa omissione solleva dubbi sull’impegno, reiterato in diverse circostanze dal Commissario per la Salute e per il benessere animale Olivér Várhelyi, di presentare entro il 2026 il tanto atteso pacchetto di proposte legislative in materia di benessere animale, inclusa la proposta legislativa per vietare l’allevamento in gabbia. Un impegno, questo, arrivato in risposta al successo dell’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) End the Cage Age che – con il sostegno di una coalizione internazionale di 170 associazioni coordinate da noi di CIWF – ha raccolto 1,4 milioni di firme certificate.

La strada fino a qui

In risposta all’ICE, nel 2021 la Commissione europea si era impegnata pubblicamente a presentare, entro la fine del 2023, una proposta legislativa per eliminare l’utilizzo delle gabbie nella zootecnia. Il divieto dell’allevamento in gabbia gode di ampio sostegno pubblico, come dimostrato da un recente Eurobarometro, secondo cui l’89% dei cittadini dell’UE ritiene che gli animali allevati non dovrebbero essere tenuti in gabbie individuali.

Tuttavia, nel corso del 2023 l’esecutivo europeo è venuto meno alla propria promessa. In risposta a questo dietrofront, nel 2024 il Comitato dei cittadini promotori dell’ICE ha presentato ricorso contro la Commissione europea presso la Corte di Giustizia dell’UE, chiedendo la pubblicazione di nuove e chiare tempistiche per la presentazione della proposta.

Il futuro della battaglia contro le gabbie

Nulla è ancora compromesso. Seppur preoccupante, l’omissione dal programma di lavoro della Commissione non significa necessariamente che la presentazione della proposta per vietare le gabbie non ci sarà. Sempre ieri, durante una conferenza stampa successiva, interrogato da un giornalista sul tema, il Commissario per il Commercio, la sicurezza economica, le relazioni interistituzionali e la trasparenza nella Commissione Maroš Šefčovič ha assicurato che stanno procedendo “settore per settore” e che il “lavoro su questa proposta è già in corso”.

Šefčovič ha poi ricordato la consultazione pubblica sulla revisione della legislazione sul benessere animale attualmente aperta, ed è proprio su questo che sarà cruciale concentrarsi e dimostrare alla Commissione europea quanto diffuso e forte è il sostegno pubblico al divieto delle gabbie.

Cosa possiamo fare

Da quanto accaduto ieri, si possono trarre le seguenti conclusioni: in assenza di una tempistica chiara e definita per la riforma della legislazione sul benessere animale, gabbie incluse, sarà necessario restare vigili e – soprattutto – utilizzare ogni occasione per ricordare alla Commissione europea che questa riforma e il divieto dell’allevamento in gabbia sono per le cittadine e i cittadini europei una priorità.

Continuate a seguirci per ricevere tutti gli aggiornamenti sugli sviluppi di questa campagna. A breve condivideremo anche le nostre indicazioni su come partecipare alla consultazione pubblica sulla revisione della legislazione sul benessere animale.

Gabbie: cosa (non) ha detto la Commissione UE