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Il Tribunale UE accetta le associazioni di protezione animale nel ricorso “End the Cage Age”

News Section Icon Pubblicato 23/01/2025

Uno striscione bianco di End the Cage Age firmato da diverse persone

CIWF e le altre associazioni animaliste sono state danneggiate dalla decisione della Commissione europea di non pubblicare la proposta di legge per vietare le gabbie e per questo sono state ammesse al ricorso contro la Commissione attualmente avviato presso la Corte in Lussemburgo. È questo quello che emerge dalle delibere del Tribunale dell’Unione europea, che ha ammesso in qualità di “interveners” Eurogroup for Animals - associazione con sede a Bruxelles e diverse associate tra le ONG italiane - Animal Equality e LAV.

Le associazioni ora hanno l’occasione di presentare alla Corte argomentazioni più dettagliate sull’impatto negativo dell’inazione della Commissione UE, che nel 2021 aveva annunciato una legislazione che però non è stata mai presentata. “Il Tribunale dell'Unione europea ha deliberato sulle richieste di partecipare nella causa intentata dal Comitato dei Cittadini End the Cage Age contro la Commissione europea e ora ci aspettiamo che le nostre osservazioni vengano tenute in considerazione durante il processo” dichiara la coalizione italiana End the Cage Age (ETCA), che da anni si batte per il divieto legislativo dell’uso delle gabbie nella zootecnia, come richiesto dalla Iniziativa dei cittadini omonima, sostenuta da 1,4 milioni di europei, l’unica ICE al momento ad avere ricevuto una risposta positiva e giuridicamente vincolante dalla Commissione UE.

La delibera del tribunale

Dalle delibere del Tribunale risulta che delle associazioni di varia natura che ne avevano fatto richiesta (protezione animale, ambientale, dei consumatori e pro democrazia) solo quelle di protezione animale Eurogroup for Animals, Animal Equality e LAV sono state ammesse a partecipare, mentre tutte le altre sono state respinte.

Il Tribunale ha inoltre respinto la richiesta presentata da ECI Campaign e foodwatch di essere inclusi sulla base dell’impatto negativo che l’inadempimento della Commissione europea avrebbe avuto su democrazia, tutela del consumatore e sicurezza alimentare. Una scelta “miope” ad avviso nostro e del Comitato dei cittadini promotore dell’ICE End the Cage Age, di cui la direttrice di CIWF Italia Annamaria Pisapia è portavoce.

Presentato dal Comitato dei cittadini nel marzo dello scorso anno e guidato dall'ufficio internazionale di CIWF, il ricorso è il primo nella storia dell’Unione europea a chiamare la Commissione a rispondere della propria inazione in merito a una ICE. Se il Tribunale dell’Unione europea si esprimerà in favore del ricorso, la Commissione sarà obbligata a stabilire una tempistica chiara e ragionevole per la presentazione della proposta di legge per vietare le gabbie, e a rendere pubblico il proprio dossier sull’ICE End the Cage Age.

Folla di persone davanti alla Commissione europea per un comizio contro le gabbie
"Se è interesse degli europei, è interesse dell'Europa"

Uno schiacciante 89% dei cittadini e cittadine UE – circa 400 milioni di persone – ritiene che gli animali non dovrebbero essere allevati in gabbie individuali, il 91% in Italia. Alla loro opinione fa eco il consenso raggiunto nel rapporto del “Dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura dell'UE”, che invita la Commissione europea a pubblicare entro il 2026 la proposta legislativa per eliminare gradualmente le gabbie dagli allevamenti europei.

Le dichiarazioni delle associazioni

Annamaria Pisapia, direttrice di CIWF Italia e portavoce del Comitato dei Cittadini promotore dell'ICE, ha dichiarato: “Accogliamo con favore la decisione di consentire a Eurogroup for Animals, Animal Equality e LAV di unirsi alla causa legale per chiedere alla Commissione europea di rispondere della sua inazione. Tuttavia, ci rammarichiamo profondamente della miopia dimostrata dal Tribunale nel respingere la Campagna ECI e foodwatch, in quanto suggerisce erroneamente che la mancanza di azione da parte della Commissione UE nel porre fine alla sofferenza di milioni di animali confinati in gabbia non avrà alcun impatto sulla democrazia, sulla protezione dei consumatori e sulla sicurezza alimentare, quando ci sono forti prove del contrario”.

Reineke Hameleers, CEO di Eurogroup for Animals: “Accogliamo con favore la decisione della Corte e rappresenteremo la voce dei cittadini europei che hanno chiaramente espresso la propria volontà: gli animali non meritano di trascorrere la loro vita rinchiusi nelle gabbie. Lo strumento della ICE è stato creato per consentire ai cittadini di influenzare le politiche europee su temi che i cittadini stessi ritengono importanti. Sebbene la Commissione europea abbia concordato di eliminare gradualmente le gabbie, non ha proposto ancora un piano d'azione concreto, mentre milioni di animali continuano a soffrire, mettendo in discussione il potenziale democratico di questo strumento”.

Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia e vicepresidente per l’Europa ha detto: “L’azione legale che porteremo avanti come coalizione End the Cage Age è un passo storico: interverremo insieme ad altre organizzazioni in Europa affinché la voce di milioni di persone venga ascoltata e la sofferenza di ancora più animali non venga ignorata. Le gabbie devono essere eliminate una volta per tutte, in accordo con la comunità scientifica, e l’impegno ufficiale della Commissione Europea non può essere vanificato a causa degli interessi dell’industria alimentare”.

Lorenza Bianchi, Responsabile Area transizione alimentare di LAV ha dichiarato: “L’ammissione ad intervenire nel ricorso è un segnale molto importante del ruolo riconosciuto alla società civile in questioni che riguardano la tutela degli animali sfruttati dall’industria zootecnica. Il nostro lavoro portato avanti negli anni per sostenere la campagna contro le gabbie non si ferma, si tratta di un primo passo fondamentale per cambiare sistema di produzione a partire dall’eliminazione delle pratiche più crudeli della zootecnia, come il confinamento in gabbia. Con il nostro intervento richiameremo formalmente la Commissione a farsi interprete delle esigenze delle riforme legislative da essa stessa promesse entro il 2026, con la presentazione di tutto il pacchetto di nuovi regolamenti per la tutela degli animali allevati”.

Nonostante la ICE di successo e la risposta iniziale favorevole della Commissione, ogni anno 300 milioni di animali (scrofe, galline, conigli, vitelli, anatre, oche e quaglie) sono ancora allevati in gabbia nell’Unione europea. La loro sofferenza è enorme. E’ arrivato il tempo che alle dichiarazioni seguano i fatti e la Commissione europea presenti la proposta legislativa di divieto dell’uso delle gabbie come promesso in risposta a End the Cage Age. Noi non ci fermeremo finchè non l’avrà fatto e la legge non verrà finalmente approvata”, conclude la coalizione italiana contro le gabbie.

1. La coalizione italiana End the Cage Age è formata da: Amici della Terra, Animal Aid, Animal Equality Italia, ALI – Animal Law Italia, Animalisti Italiani, CIWF Italia, Confconsumatori, ENPA, Essere Animali, HSI/Europe, Il Fatto Alimentare, Jane Goodall Institute Italia, LAC – Lega per l’Abolizione della Caccia, LAV, Legambiente, LEIDAA, LNDC Animal Protection, LUMEN, OIPA, Partito animalista, Terra Nuova, Terra! Onlus.

2. Nel 2021, in risposta all’Iniziativa dei cittadini europei End the Cage Age, che aveva raccolto con successo oltre 1,4 milioni di firme certificate attraverso l’impegno di oltre 170 associazioni europee, la Commissione UE aveva assunto un impegno chiaro e legalmente vincolante a presentare entro la fine del 2023 una proposta legislativa per vietare l’uso delle gabbie negli allevamenti europei. Tuttavia, l’esecutivo UE non ha ancora tenuto fede all’impegno preso.

3. Nel 2023, l’Eurobarometro pubblicato dalla stessa Commissione UE ha mostrato che uno schiacciante 89% dei cittadini dell'UE – circa 400 milioni di persone – ritiene che gli animali non dovrebbero essere allevati in gabbie individuali.

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