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Stop all'esportazione di animali vivi

News Section Icon Pubblicato 04/04/2024

I governi di Australia e Brasile devono immediatamente porre fine alla crudele pratica dell'esportazione di animali vivi. Abbiamo scritto ai loro leader chiedendo di far fede alle proprie promesse di eliminare questa pratica inaccettabile.

Le notre lettere fanno seguito a dei recenti casi eclatanti in cui le sofferenze degli animali vivi, esportati in lunghi viaggi via mare, hanno suscitato l'indignazione dell'opinione pubblica mondiale. Abbiamo chiesto ai governi del Brasile e dell'Australia di mettere fine a questi viaggi ingiustificabili rispettando una scadenza precisa.

Imprigionati per oltre un mese

A febbraio, le sofferenze vissute da 16 mila animali trasportati via mare dall'Australia al Medio Oriente sono state al centro dell'attenzione dei media di tutto il mondo. In quel periodo, 15 mila pecore e 1.750 bovini hanno trascorso oltre un mese a bordo della nave MV Bahijah, che ha interrotto il proprio viaggio verso Israele a causa del conflitto in corso in Medio Oriente.

Gli animali sono stati riportati in Australia occidentale, dove hanno trascorso molti giorni sulla nave con temperature fino a 40°C prima di essere sbarcati. Nonostante l'indignazione dell'opinione pubblica, il governo australiano ha approvato la riesportazione di questi animali. Ora stanno tornando in Israele, questa volta con un viaggio ancora più lungo, di oltre 30 giorni, intorno all'Africa.

Un altro caso scioccante è emerso il 26 marzo, quando i media hanno annunciato che il governo federale australiano sta avviando un'indagine sulla morte di oltre 100 bovini sulla nave Brahman Express, durante un viaggio da Darwin all'Indonesia.

Nel marzo 2023, il governo australiano ha dichiarato di voler eliminare gradualmente l'esportazione di ovini vivi via mare. Tuttavia, non è stata fornita alcuna scadenza per questa operazione. Il nostro Direttore Globale Philip Lymbery ha scritto al ministro australiano per l'Agricoltura, la Pesca e le Foreste, il senatore Murray Watt, chiedendo che utilizzi l'arrivo della MV Bahijah in Israele questo mese come opportunità per fornire una tempistica chiara per la legislazione prevista. La lettera è stata inviata in copia anche al Primo Ministro Anthony Albanese.

Fetore opprimente a Città del Capo

Live Exports Spcas
© NSPCA_SA

A febbraio, la nave per il trasporto di bestiame Al Kuwait, con quasi 20 mila bovini a bordo, si è fermata a Città del Capo, in Sudafrica, in viaggio dal Brasile verso il Medio Oriente. Gli abitanti di Città del Capo si sono subito preoccupati della situazione degli animali a bordo della nave a causa del fetore che ha invaso la città. Le immagini scattate dai funzionari dell'NSPCA [l’ente nazionale per la prevenzione della crudeltà sugli animali] che sono saliti a bordo della nave hanno confermato i timori per questi animali, costretti a giacere nei loro stessi escrementi e urine, molti dei quali malati e feriti. Dopo 35 giorni, la nave ha terminato il suo viaggio in Iraq.

Peter Stevenson, Chief Policy Advisor di CIWF, ha scritto a Carlos Favaro, Ministro dell'Agricoltura del Brasile, invitandolo a fermare l'esportazione di animali vivi verso il Medio Oriente. Questo perché il 25 aprile 2023 il Tribunale Civile Federale di San Paolo aveva disposto che nessun animale vivo venisse più esportato dai porti brasiliani, sulla base di tre elementi specifici: le condizioni che gli animali avrebbero dovuto sopportare durante il viaggio, il fatto che le pratiche di macellazione in Medio Oriente sarebbero state illegali in Brasile e, soprattutto, che gli animali "sono esseri senzienti". Tuttavia, nonostante questa storica sentenza, il commercio è continuato.

Basta esportazioni di animali vivi

suini ammassati in un camion per il trasporto

Ogni anno, in tutto il mondo, milioni di animali allevati sono costretti ad affrontare lunghi viaggi di centinaia o addirittura migliaia di chilometri, per poi essere macellati al loro arrivo o ingrassati con metodi spesso crudeli.

Il nostro recente report, “A Data Dump of Suffering”, ha esaminato documenti finora inediti dell'UE, rivelando le sofferenze subite da circa 44 milioni di animali allevati durante viaggi massacranti che possono durare fino a tre settimane. Durante la navigazione, gli animali sono soggetti a stress da calore, sfinimento, fame, dolori e malattie.

In Gran Bretagna la proposta di legge che vieta l'esportazione di animali vivi per la macellazione o l'ingrasso è attualmente in esame presso la Camera dei Lord e dovrebbe diventare effettiva a breve. Nell'aprile 2023, la Nuova Zelanda ha introdotto un divieto di esportazione di animali vivi. Tuttavia, le elezioni del 2023 hanno portato alla formazione di un nuovo governo di coalizione, che ha promesso di reintrodurre il commercio.

Philip Lymbery, il nostro CEO Globale, ha commentato: "Pur essendo estremamente angoscianti, le recenti storie che hanno occupato le prime pagine dei giornali internazionali hanno contribuito a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla crudeltà di questo barbaro commercio. Gli animali non sono merci, ma esseri senzienti che non dovrebbero essere sottoposti agli orrori dei viaggi a lunga distanza.

"Un tribunale federale in Brasile ha stabilito che gli animali vivi non possono essere esportati dai porti brasiliani e il governo australiano si è impegnato a porre fine alle esportazioni di ovini vivi, ma non abbiamo ancora avuto conferma delle tempistiche. Ci auguriamo che rivolgendoci direttamente ai decisori politici si acceleri il processo e si confermi una scadenza chiara per porre fine, per sempre, a questo orribile commercio."

Cosa puoi fare?

Mettere fine al trasporto e dell’esportazione di animali vivi è un’urgenza globale. Oggi abbiamo un’opportunità per chiedere all’Unione europea di vietare questo commercio barbaro e crudele. Fino al 12 aprile, è infatti possibile partecipare alla consultazione per la proposta di revisione sul regolamento dei trasporti in UE: visita la pagina dedicata e scopri come aiutare migliaia di animali! 

Globe

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