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Trasporto di animali vivi: sempre più Paesi UE sostengono la revisione del regolamento

News Section Icon Pubblicato 25/07/2022

relitto

Lunedì 18 luglio, i ministri dell'Agricoltura dell'UE si sono riuniti durante il Consiglio “Agricoltura e Pesca” (AGRIFISH) per discutere della protezione degli animali durante il trasporto.

L'argomento è stato messo all'ordine del giorno da Belgio, Danimarca, Paesi Bassi, Germania e Svezia - la cosiddetta coalizione “Vught” - Paesi che sono stati in prima linea nell’esortare l’UE ad affrontare politicamente questo problema.

Durante l’incontro, i Paesi “Vught” hanno anche presentato un documento di sintesi sul trasporto di animali nell'UE che illustra i difetti di questo commercio e propone alternative basate su evidenze scientifiche.

Lo scorso maggio, noi di Compassion in World Farming avevamo inviato a tutti i Paesi membri una lettera per far sì che la discussione sul trasporto di animali vivi fosse inserita nel successivo consiglio AGRIFISH.

La riforma chiesta dai Paesi “Vught”

Nel loro documento di sintesi, i cinque Paesi chiedono nuove regole per quanto riguarda la durata massima dei viaggi, di definire un intervallo fisso di temperatura al di fuori del quale non è consentito il trasporto, di aggiornare le altezze e gli spazi interni ai veicoli, uniformare la formazione del personale e stabilire una definizione legale di vitelli o agnelli non svezzati.

Chiedono inoltre di rifiutare fermamente qualsiasi trasporto di animali non svezzati e, in ultimo, che il trasporto di animali vivi venga sostituito con l’export di carne e carcasse.

Un problema immane

suini ammassati durante il trasporto

Ogni anno, milioni di animali vengono esportati in condizioni terribili, ignari di ciò che li attende nella loro destinazione finale. Una volta arrivati nei Paesi terzi, gli animali non sono più protetti dalla legge dell'UE e sono esposti a maltrattamenti e metodi di macellazione dolorosi e crudeli.

La questione del trasporto degli animali è sempre stata molto sentita dai cittadini dell'UE, che hanno ripetutamente chiesto di vietare le esportazioni di animali vivi, chiedendo di sostituire questo commercio crudele con l’esportazione di carne e carcasse.

Ciononostante, abbiamo assistito a una tendenza generale all'inazione da parte delle istituzioni europee e malgrado il duro lavoro di una manciata di eurodeputati, l'UE non è riuscita finora a vietare il trasporto di animali vivi.

Il nostro lavoro sul trasporto di animali vivi

Compassion in World Farming è sempre stata in prima linea nel denunciare le ingiustizie e le immense sofferenze che si celano dietro questo commercio disumano e arcaico, a partire dalle violazioni quotidiane delle norme europee fino ad arrivare agli incidenti brutali e ai maltrattamenti commessi sugli animali.

Da tempo richiamiamo l'attenzione dei cittadini e delle istituzioni UE sul problema organizzando, ogni 14 giugno, la Giornata internazionale di mobilitazione contro il trasporto e l’esportazione di animali vivi, durante la quale migliaia di persone hanno l’opportunità di schierarsi contro questo commercio crudele.

Quest’anno si sono unite a noi ben 130 organizzazioni da tutto il mondo e tantissimi sostenitori e sostenitrici hanno partecipato alla twitterstorm #BanLiveExports pubblicando un totale di 37.000 tweet indirizzati a tutti i ministri dell'Agricoltura dell'UE e raggiungendo così un pubblico potenziale di 41 milioni di persone.

Abbiamo poi inviato lettere agli Stati membri dell'Unione europei chiedendo normative più avanzate sul benessere animale, esortandoli a inserire la discussione sul trasporto di animali vivi durante il consiglio “Agricoltura e Pesca” (AGRIFISH) del 18 luglio.

La revisione del regolamento sul trasporto di animali vivi

L'iniziativa di Danimarca, Belgio, Paesi Bassi, Germania e Svezia giunge in un momento opportuno. La Commissione europea ha avviato una revisione delle leggi sul benessere degli animali e il trasporto degli animali è una delle questioni che sta esaminando.

Molti Paesi, durante il consiglio AGRIFISH, si sono espressi favorevolmente alla revisione del regolamento come Malta, Finlandia, Svezia, Lussemburgo, Slovacchia, Austria e Slovenia; altri, invece, hanno espresso delle riserve oppure si sono detti contrari.

Noi continueremo a lavorare affinché tutti i Paesi membri appoggino la riforma del regolamento europeo, sostenendo una legislazione in grado di fermare la sofferenza di milioni di animali.

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