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Giaguari, rinaturalizzazione e allevamento intensivo

News Section Icon Pubblicato 26/11/2021

Di seguito una traduzione dell’articolo "Jaguars, Rewilding And The Factory Farm Frontline", dal blog del Direttore globale di Compassion in World Farming Philip Lymbery. Qui l'originale.

Mentre il mondo intero festeggia la Giornata Internazionale del Giaguaro, ci sono buone e cattive notizie sul fronte della lotta alla salvaguardia di questa specie emblematica.

Ci sono delle fantastiche novità che riguardano il ritorno dei giaguari nelle paludi nel nord est dell’Argentina grazie a un entusiasmante progetto di rinaturalizzazione.

giaguari nel Gran Iberá Park
Credit: Tompkins Conservation

Il progetto ha permesso di rilasciare nei 700.000 ettari del nuovo parco nazionale Gran Iberá una femmina di giaguaro, Mariua, e i suoi cuccioli Karai e Porã, nati in cattività, dopo la loro estinzione nella zona per oltre settant’anni.

Secondo Doreen Robinson, Direttore di Biodiversity and Land per il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), i progetti di rinaturalizzazione offrono immense opportunità: “Reintrodurre con attenzione predatori come i giaguari contribuisce a ripristinare gli ecosistemi. Senza queste specie, la biodiversità ne risente e i servizi che la natura offre possono interrompersi: dalla mitigazione delle malattie alla protezione del suolo, alla regolazione del sistema idrico.”

Le Big Ag

Giaguari reintrodotti nelle paludi argentine dopo 70 anni
Giaguari reintrodotti nelle paludi argentine dopo 70 anni

In passato i giaguari si potevano trovare dal Gran Canyon negli Stati Uniti fino all'Argentina, passando per l’Amazzonia. Oggi però la loro popolazione mondiale è molto più limitata, e la metà degli esemplari si trova in Brasile, paese globalmente in prima linea nell'aspro scontro tra le attività delle maggiori aziende agricole multinazionali (le cosiddette Big Ag), gli interessi economici locali e gli sforzi per salvaguardare la fauna selvatica a rischio, compreso il giaguaro.

Il Brasile è un gigante dell’agricoltura: è il primo esportatore mondiale di carne di manzo e pollame ed è secondo solo agli Stati Uniti per la produzione di soia. È il leader mondiale nell’esportazione di soia, la maggior parte della quale è destinata a sfamare maiali, polli e bestiame in allevamenti intensivi.

Il successo economico è arrivato a caro prezzo in termini di deforestazione, distruzione degli habitat e sofferenza umana e animale.

La situazione del giaguaro è particolarmente preoccupante: un recente studio ha rivelato che, tra l’agosto 2016 e il dicembre 2019, 1422 giaguari sono stati uccisi o trasportati nell’Amazzonia brasiliana a causa della deforestazione.

Non è una coincidenza che questa perdita si sia verificata maggiormente in Pará e Mato Grosso, stati che hanno subito un’enorme espansione agricola a causa della produzione di soia destinata agli allevamenti intensivi.

Land-use cascade

Le coltivazioni di soia che hanno sostituto i pascoli e le foreste in Mato Grosso hanno spinto le mandrie di bestiame più in profondità nelle foreste del Pará, causando ulteriore deforestazione. Gli scienziati hanno descritto questo processo distruttivo tra soia e bestiame come un land-use cascade o utilizzo del suolo a cascata. Ho potuto vederlo con i miei occhi in Brasile.

Sorvolare il Mato Grosso mi ha fatto comprendere pienamente la portata del problema della deforestazione in questa parte del pianeta. Ho potuto vedere la fine della foresta e l’incredibile estensione delle coltivazioni di soia. È stata una delle esperienze più sconvolgenti della mia vita, che mi ha fatto aprire gli occhi sulla realtà delle cose.

mietitrebbiatrici raccolgono semi di soia in quella che una volta era una foresta pluviale in Brasile
Credit: Yasuyoshi Chiba

Nulla finora mi aveva preparato alla vastità della conquista dell’Amazzonia da parte dell’industria dei mangimi. Mi chiedo quante persone si immaginino, mentre mangiano le loro crocchette di pollo o le loro costolette di maiale comprate a prezzi stracciati, che quei prodotti arrivino nei loro piatti grazie all’abbattimento di alberi e alla perdita di specie uniche.

Ripensando alla portata del cambiamento del paesaggio in Brasile, mi è venuto in mente un pensiero dell’ex direttore scientifico del WWF negli Stati Uniti, Eric Dinerstein:

Solamente pochi biologi si preoccupano di controllare il prezzo giornaliero della soia o dell’olio di palma. Ed è un errore perché il valore di mercato di questi beni, insieme a quello di manzo, granoturco, zucchero e caffè potrebbe, nei prossimi decenni, definire il futuro di specie rare molto più profondamente di qualunque altro fattore relativo alla perdita degli habitat. Ad oggi, in nessun altro luogo al mondo la conversione e il frazionamento delle foreste pluviali causati dall’agricoltura industrializzata è più evidente che nel Sud-est asiatico e in Brasile.’’

Non c'è più tempo

La Giornata Internazionale del Giaguaro ricorda la necessità di preservare i giaguari e il loro habitat, come parte degli sforzi per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite. Ma il tempo sta per scadere. Nel 2020 la deforestazione della foresta amazzonica brasiliana ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi dieci anni.

Dobbiamo fare in modo che i governi rispettino la Dichiarazione sulle foreste e l’uso del suolo firmata durante il recente COP26 summit a Glasgow, per preservare le foreste e accelerare il loro ripristino.

Considerando che i sistemi alimentari sono responsabili fino all’80% della perdita della biodiversità e che generano un terzo delle emissioni di gas serra, è chiaro che per raggiungere gli OSS, gli accordi di Parigi sui cambiamenti climatici e per salvare la fauna selvatica è necessario modificare i nostri sistemi alimentari.

Agire subito

In un mondo che ogni anno produce più di 80 miliardi di animali terrestri destinati al consumo umano, la maggior parte dei quali in allevamenti intensivi, una modifica del sistema alimentare significa un cambiamento totale verso una produzione rispettosa del benessere e della natura, che includa molti meno animali d’allevamento e diete più basate sui vegetali.

Nel frattempo, possiamo fare la differenza con il cibo che decidiamo di mangiare: possiamo preferire una dieta a base di cibi vegetali, meno carne, e assicurarci che la carne che mangiamo provenga da fonti a più elevato benessere e più rispettose della natura come pascoli, allevamenti liberi o biologici.

Unisciti a noi di Compassion in World Farming nel chiedere un cambiamento totale del sistema per porre fine alla crudeltà nei confronti degli animali, salvare i giaguari e preservare il mondo naturale che è il supporto vitale da cui noi tutti dipendiamo.

Globe

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