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Danimarca, Germania e Olanda per il benessere animale nell'UE

News Section Icon Pubblicato 23/12/2014

Può sembrare una delle tante dichiarazioni di intenti ma non lo è. A firmarla sono stati lo scorso fine settimana Christian Schmidt (Ministro dell’Agricoltura tedesco), Sharon Dijksma (Ministro dell’Agricoltura olandese) e Dan Jørgensen (Ministro dell’Agricoltura danese), responsabili per il benessere animale nei rispettivi paesi.

Si tratta dunque di ministri dell’agricoltura di tre importanti stati membri della UE, con settori zootecnici molto sviluppati. La Germania, in particolare, alleva il maggior numero di suini in Europa - oltre 56 milioni ogni anno - ed ha numeri enormi anche in termine di altre specie.

Quello che è ancora più stupefacente, in positivo, è il contenuto del documento, in cui di fatto trovano accoglienza alcune istanze che la protezione animale europea, inclusa la nostra associazione, ha portato avanti per anni e continua a farlo.

Infatti, se esaminiamo in dettaglio alcune delle proposte rivolte alla UE, troviamo:

  • la richiesta di fissare un limite massimo di otto ore per il trasporto di animali vivi. Ad alcuni potranno sembrare sempre troppe (e lo sono) ma dato che l'attuale legislazione non prevede di fatto limiti, questo primo obiettivo costituirebbe già un notevolissimo progresso. Ricordiamo che due anni fa oltre un milione di cittadini europei firmarono proprio per richiedere il limite di otto ore al trasporto di animali vivi. Iniziatore di quella campagna fu proprio il ministro Jørgensen, allora eurodeputato.
  • Un appello per la graduale eliminazione delle mutilazioni non terapeutiche, come il debeccaggio nelle galline e il mozzamento della coda e la castrazione dei suini ; inoltre un invito a migliorare l’applicazione della legislazione esistente in termini di mozzamento della coda per i suini, notoriamente non applicata in molti paesi tra cui l’Italia.
  • Un invito a considerare l’emanazione di una legislazione comunitaria specifica per la protezione di animali ancora non tutelati da nessuna norma, come tacchini, polli riproduttori e conigli;
  • La proposta di utilizzare la politica agricola comune (PAC) dell'Unione europea e le politiche ambientali per rafforzare il benessere degli animali
  • L’invito a promuovere il benessere degli animali nel quadro di accordi commerciali e affermare il principio che il benessere animale non è una barriera al libero commercio in sede di WTO (World Trade Organization).

Con questa dichiarazione di intenti ci troviamo dunque di fronte ad una pietra miliare nel campo del benessere animale, che potrebbe diventare un vero punto di svolta nel modo in cui gli animali sono trattati sia nell'Unione europea e nel mondo.

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