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Galline in gabbie illegali

News Section Icon Pubblicato 26/04/2013

Italia deferita alla Corte di Giustizia europea

Ieri, dopo quasi 16 mesi dall’entrata in vigore del divieto europeo di allevare le galline nelle gabbie di batteria o “non modificate” (contenuto nella direttiva1999/74/CE) la Commissione Europea ha deferito gli ultimi due paesi rimasti a non avere attuato la normativa, Italia e Grecia, alla Corte di Giustizia europea.

La suddetta direttiva, che rappresenta una pietra miliare nella legislazione a favore del benessere animale, sancisce che a partire dal 1° gennaio 2012 tutte le galline ovaiole siano allevate in "gabbie modificate", oppure in sistemi alternativi (a terra, all’aperto, bio).

Compassion in World Farming, sebbene contraria anche alle gabbie modificate, in quanto sempre “gabbie” e, nonostante i minimi miglioramenti, del tutto insufficienti a soddisfare i bisogni comportamentali delle galline, si è impegnata lungamente per una puntuale applicazione della legge da parte di tutti gli stati Membri.

Annamaria Pisapia, direttrice di CIWF Italia ha commentato: “Plaudiamo alla notizia del deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia, perchè la giustizia europea sta arrivando dove i nostri governi non hanno saputo o voluto fare nulla, sia prima che dopo l’entrata in vigore del divieto delle gabbie di batteria. Tuttavia, questa notizia ci riempie anche di tristezza perché significa che, nonostante gli avvertimenti da parte di Bruxelles, ancora milioni di galline nel nostro paese (le ultime stime parlavano di circa 17 milioni) vivono ancora ammassate in gabbie che ignorano qualsiasi bisogno di questi animali, a cominiciare da quello più elementare di spiegare le ali. Ci auguriamo che questo ulteriore passo della giustizia europea spinga l’Italia a mettersi a norma al più presto. Ogni giorno che passa è un ulteriore giorno nella prigione di una gabbia per milioni di galline italiane”.

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