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Carne di cavallo in lasagne

News Section Icon Pubblicato 25/02/2013

Nelle ultime settimane, è diventato evidente che vi è una mancanza di trasparenza su come il nostro cibo viene prodotto. Troppo spesso sembra che le etichette non significhino quasi nulla e che semplicemente non sappiamo quelIo che stiamo mangiando.

La carne di cavallo trovata anche in Italia nelle lasagne di una ditta emiliana è emblematica.

Compassion ritiene che il nostro sistema alimentare dovrebbe essere veramente onesto. Come minimo, il cibo dovrebbe essere etichettato correttamente, cosicchè ognuno di noi possa fare una scelta informata su cosa mangiare tenendo in conto –nel caso di prodotti di origine animale-non solo l’origine ma anche COME è stato allevato l’animale da cui proviene quel cibo.

In Europa, più dell’80% degli animali sono allevati in sistemi intensivi: modalità di produzione nascoste dietro a porte chiuse, al di fuori della nostra vista, dove gli animali sono di norma privati delle cose più elementari come la luce naturale, spazio sufficiente in cui muoversi e un ambiente consono alle esigenze della loro specie. È indispensabile sapere da dove proviene il nostro cibo e come è prodotto, per fornire ai consumatori la possibilità di fare una scelta consapevole al momento dell’acquisto di alimenti.

E proprio per rispondere alla domanda che si fanno i consumatori: «com’è stato allevato questo animale?» Compassion ha lanciato una campagna europea per chiedere un’etichettatura secondo il metodo di produzione per tutti i prodotti di origine animale (carne e prodotti lattiero-caseari) venduti nella UE.

Ora sappiamo che in molti paesi europei lasagne a base di carne di manzo possono essere in realtà lasagne di cavallo. Non solo questo è scandaloso di per sè ma per di più preoccupa che non abbiamo alcuna idea come i cavalli, la cui carne è finita in tali lasagne, siano stati allevati o trattati durante la loro vita e di come siano stati trasportati al macello e ivi uccisi.

I cittadini italiani possono firmare la nostra petizione al Commissario Europeo Borg per chiedere l’introduzione di una etichettatura obbligatoria secondo il metodo di produzione cliccando qui.

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