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Rifugio Cuori Liberi, la lettera di 13 associazioni

News Section Icon Pubblicato 02/10/2023

Tredici associazioni in tutela degli animali - Animal Equality Italia, Animal Law Italia, Ciwf Italia, Enpa, Essere Animali, Humane Society International/Europe, Lega abolizione caccia, Last Chance for Animals, Lega Anti Vivisezione, Leal, Leidaa, Lndc, Animal Protection e Oipa Italia – nei giorni scorsi hanno inviato una lettera alle autorità coinvolte nel caso dell’abbattimento dei dieci maiali del rifugio “Progetto Cuori liberi” di Zinasco, in Provincia di Pavia.

Le associazioni denunciando “l’uso eccessivo della forza pubblica” ed evidenziando “tutte le criticità emerse nella gestione della vicenda”, chiedono l’istituzione di un “tavolo di confronto urgente che porti all’elaborazione e alla stesura di un protocollo comune (istituzioni/associazioni) per la gestione di positività all’interno dei rifugi permanenti, in modo che quanto avvenuto la scorsa settimana non debba più accadere”.

Per le realtà firmatarie si è avuta “una gestione sorda alle richieste delle stesse associazioni, che proprio il giorno prima delle soppressioni avevano inviato agli stessi destinatari un’istanza che, con argomenti etici, legali e logici, chiedeva di salvare la vita degli animali, in quel momento sani o positivi alla peste suina africana ma senza sintomi”.

Prima ancora, il 19 settembre scorso, le associazioni avevano sollevato due obiezioni fondanti “che avrebbero potuto evitare, se approfondite e ponderate, l’uccisione dei suini del Rifugio”. La prima riguardante la specificità del luogo nel quale questi animali vivevano e cioè un “rifugio permanente” regolato ai sensi del Decreto ministeriale 7 marzo 2023, che ospita animali salvati dall’industria alimentare e che mai sarebbero stati reimmessi in quella filiera. La seconda sulla possibilità di osservare questi maiali come individui infetti senza sintomi, circostanza che avrebbe consentito di studiare il decorso della malattia e valutare un “protocollo clinico” per la cura.

Gli animali del rifugio sono invece stati uccisi in esecuzione dell’ordinanza dell’Ats di Pavia, secondo il protocollo n. 49671/23, senza tenere in minimo conto che si trattava a tutti gli effetti – stante anche il dettato del già menzionato decreto ministeriale, che ha normato i ‘rifugi permanenti’ – di animali di affezione, come tali non più solo dei semplici suini ma dei membri della famiglia del rifugio”, scrivono le associazioni.

Quanto all’uso della forza pubblica che ha fatto irruzione nel santuario, la missiva riporta: “L’accesso di Ats alla struttura è stato reso possibile dall’intervento delle autorità attraverso un imponente dispiegamento di agenti antisommossa che hanno divelto i cancelli e trascinato via i manifestanti pacifici accorsi sul posto per protestare contro la decisione di sopprimere i maiali. Nel corso dell’operazione di polizia è stato fatto ricorso a un uso eccessivo della forza, tanto che numerosi manifestanti, che si limitavano a restare attaccati alle recinzioni, hanno subito lesioni personali come conseguenza dell’uso di manganelli, pugni e spintoni”.
Infine, nella lettera viene sottolineato “come l’Ats sia venuta meno agli accordi presi con i gestori del rifugio e con la veterinaria di fiducia della struttura, avendo garantito a quest’ultima un congruo preavviso prima dell’intervento, affinché potesse prendere parte alle operazioni, mentre così non è stato”. 

Si attende una risposta da parte delle autorità, “affinché non debba mai più ripetersi una tragedia che ha lasciato sgomenta l’opinione pubblica a livello nazionale”.

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