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CIWF risponde a BAP: “La nostra campagna continua”

News Section Icon Pubblicato 05/05/2023

  • A partire dal 2020 Compassion in World Farming ha lavorato per migliorare gli standard di benessere animale negli schemi di certificazione di prodotti ittici.
  • A febbraio e marzo, l’associazione per la tutela del benessere animale e dell’ambiente ha indirizzato lettere al CEO e alla dirigenza di Best Aquaculture Practices (BAP), lo schema di certificazione di prodotti ittici internazionale, chiedendo un incontro per discutere i più che necessari miglioramenti ai loro standard di benessere per i pesci. Non ha ricevuto alcuna risposta.
  • In aprile, Compassion in World Farming ha criticato pubblicamente lo schema di certificazione ittica per non aver migliorato i propri standard di benessere animale, esortandolo a adottare alcuni specifici miglioramenti in termini di benessere animale per i pesci. Ha anche esortato i propri sostenitori a fare sentire la propria voce sui canali social di BAP, attraverso una campagna a staffetta condotta nei Paesi in cui CIWF è presente. Il 3 maggio è partita l’azione italiana, a cui hanno aderito numerosi sostenitori della associazione.
  • Il 2 maggio, la Global Seafood Alliance ha pubblicato una lettera aperta di BAP a Compassion in World Farming, in cui l’associazione viene accusata di condurre una “campagna volta a screditare il Best Aquaculture Practices (BAP) della Global Seafood Alliance”.

La dott.ssa Elena Lara, esperta del Fish Policy Team di Compassion in World Farming, afferma:

“Il nostro obiettivo non è screditare BAP, ma migliorare le condizioni di vita dei miliardi di pesci che vengono allevati ogni anno in tutto il mondo. A tal fine, nel 2020 abbiamo chiesto a tutti gli schemi di certificazione ittica, compreso il BAP, di compilare un questionario sui propri standard di benessere animale. Purtroppo, la nostra indagine ha evidenziato che gli standard di benessere animale negli schemi di certificazione ittica erano del tutto inadeguati. In risposta, abbiamo lanciato una campagna per esortare tutti i principali schemi di certificazione a garantire migliore salute e benessere ai pesci da loro certificati.

A distanza di tre anni, alcuni di questi schemi di certificazione hanno fatto progressi. Sfortunatamente, BAP non è fra questi e, anzi, in questo periodo è stato quello ad essersi meno impegnato per migliorare il benessere dei pesci allevati. Per questo, il 28 febbraio abbiamo scritto a BAP, sollecitandolo a mettersi in contatto con noi per migliorare i propri standard di benessere. Eppure, nonostante i tentativi di dialogo, non abbiamo ricevuto risposta. Per questo abbiamo cercato il sostegno dell’opinione pubblica: perché sottolineasse l’assenza di azione e facesse pressione per miglioramenti significativi. 

“È particolarmente rivelatore che le risposte fornite da BAP alle problematiche da noi sollevate (2 maggio) siano esattamente le stesse che ci avevano fornito nel questionario del 2019 come si può vedere qui: ciò a chiara dimostrazione del fatto che da allora non è stato compiuto alcun progresso.

 “Inoltre, le clausole su salute e benessere degli animali del marzo 2021 menzionate nella lettera aperta sono inconsistenti – non possono essere misurate, né forniscono uno standard di riferimento per livelli di benessere animale adeguati, sono o vaghe o non focalizzate alla creazione un ambiente positivo, con personale formato a garantire alti livelli di benessere animale. Ne consegue, quindi, che fanno ben poco per tutelare il benessere dei pesci. Per esempio, a riguardo della mortalità e del ferimento dei pesci che certifica, BAP chiede semplicemente che questi siano ‘misurati’, ma non dà alcuna linea guida sul livello di ferimento considerato accettabile, né richiede che in queste circostanze venga ricercata l’assistenza di personale veterinario o di uno specialista in benessere animale. E, quanto alla macellazione, BAP non specifica metodi che limitino la sofferenza e lo stress dei pesci e consente l’utilizzo della crudele miscela di acqua e ghiaccio, nonostante la posizione dell’Organizzazione mondiale della sanità animale, secondo cui questo metodo provochi dolore e sofferenza nei pesci.

Finché BAP non farà progressi significativi e misurabili, che migliorino in maniera adeguata gli standard di benessere in tutto il proprio schema di certificazione, non intendiamo scusarci per aver evidenziato il suo immobilismo e per aver richiesto il sostegno dell’opinione pubblica nel chiedere cambiamenti. Siamo aperti a discutere queste problematiche urgenti con BAP e speriamo di poter lavorare insieme per migliorare la vita delle centinaia di milioni di pesci che certifica. Tuttavia, fin quando non vedremo dei progressi rilevanti, la nostra campagna andrà avanti.”

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