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Associazioni animaliste a Speranza: faccia rispettare il divieto UE del taglio della coda ai suini

News Section Icon Pubblicato 30/06/2022

A 28 anni dall’entrata in vigore del divieto europeo di mozzare sistematicamente la coda ai suini, un dossier di CIWF International dimostra che permane uno scarso livello di conformità in Europa e anche in Italia. Associazioni: “Ministro della Salute agisca perché la legge sia finalmente e pienamente rispettata”.

 

“Da 28 anni il settore suinicolo europeo – ed italiano – continua a violare senza conseguenze il divieto europeo di tagliare sistemicamente la coda ai suini,” lo denunciano le associazioni per la tutela degli animali Animal Equality Italia, CIWF Italia, Essere Animali e LAV, rivolgendosi al ministro della salute Roberto Speranza perché la normativa europea venga fatta “finalmente e pienamente” rispettare.

Alla luce di un nuovo dossier realizzato da CIWF International, infatti, emerge un quadro aggiornato di scarso livello di conformità alla legislazione sul divieto di mozzamento sistematico della coda e sull’uso di arricchimenti ambientali adeguati nel settore suinicolo dell’UE, inclusa l’Italia.

Le immagini del dossier risalgono tutte al periodo 2020-2022, molte di esse provenienti da siti web, riviste e materiali promozionali della stessa industria suinicola. “È evidente – scrivono le associazioni al ministro – che il settore è così fiducioso che gli Stati membri non impongano il rispetto della normativa, da non ritenere necessario mascherare il fatto che continua a praticare regolarmente il taglio della coda e a non predisporre arricchimenti ambientali adeguati.”

Il taglio della coda avviene per impedire ai suini di sfogare la frustrazione e la noia dovute agli spazi limitati, sporchi e spogli mordendo la coda del loro vicino, con il rischio di malattie e infezioni. Questa “pratica”, effettuata pochi giorni dopo la nascita degli animali senza anestesia e analgesia, è però vietata dalla legge se effettuata in modo sistematico:

Né il mozzamento della coda né la riduzione degli incisivi dei lattonzoli devono costituire operazioni di routine, ma devono essere praticati soltanto ove sia comprovata la presenza di ferite ai capezzoli delle scrofe o agli orecchi o alle code di altri suini. Prima di effettuare tali operazioni si devono adottare misure intese ad evitare le morsicature delle code e altri comportamenti anormali tenendo conto delle condizioni ambientali e della densità degli animali. È pertanto necessario modificare condizioni ambientali o sistemi di gestione inadeguati (Dir. 120/2008 CE, Allegato I, I, 8).

Le associazioni animaliste ricordano come una relazione tecnica preparata per l'EFSA abbia sottolineato proprio che “una coda riccioluta intatta può essere l'indicatore di benessere animale più importante per i suini svezzati, in crescita e da finissaggio (a livello di allevamento). Inoltre, è indice di una gestione di alta qualità e di rispetto per l'integrità del suino”. E la Federazione dei Veterinari d'Europa abbia recentemente adottato un parere nel quale sostiene la necessità di eliminare il mozzamento della coda.

Nel 2018, riportano le associazioni nella lettera al Ministro Speranza, il FVO, l’ufficio federale veterinario della UE denunciava il fatto che oltre il 98% dei suini in Italia subiva il mozzamento della coda. “Nello stesso anno – scrivono le associazioni– il Suo Ministero iniziò uno specifico tavolo di lavoro che portò poi alla definizione di linee guida e una timeline. Purtroppo, ad oggi, come mostrato anche dal dossier allegato, la situazione non è sensibilmente migliorata e il taglio sistematico della coda è ancora predominante.”

Questa diffusione del taglio della coda è anche confermata dai dati ufficiali del ministero comunicati alla UE, secondo cui, infatti, quasi la metà dei suini allevati (47%) sono ancora sottoposti al taglio della coda sistematico e il 42% ha introdotto solo alcuni gruppi con coda intera.

Per questo, le associazioni si rivolgono al ministero della Salute affinché si attivi presso i propri servizi veterinari, nonché quelli delle Regioni e delle Province Autonome, per garantire che la normativa europea venga finalmente e pienamente rispettata.

“Ai cittadini è richiesta – correttamente – la stretta osservanza delle regole,” dichiarano le associazioni. “Quello che chiediamo con questa lettera inviata al ministro Speranza, oltre che agli altri Stati membri dell'UE e alla Commissione, è che questo valga anche per gli operatori del settore suinicolo. A nessuno deve essere permesso di essere al di sopra della legge a spese di altri. In questo caso, ciò avviene alle spese di milioni di animali come i suini, esseri senzienti che la stessa normativa si propone di tutelare. È ora di mettere fine a questa sofferenza.”

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