Icona di ricerca

La transizione verso gli allevamenti senza gabbie è doverosa e fattibile

News Section Icon Pubblicato 30/05/2022

L'analisi dei casi delle galline e delle scrofe in due studi sull’Italia presentati da LAV e CIWF Italia per End The Cage Age

  • Gli studi sono stati presentati a Roma il 25 maggio in un evento tenutosi a Spazio Europa
  • L’evento si inserisce nella scia del successo della Iniziativa dei Cittadini Europei End the Cage Age, a cui la Commissione Europea ha risposto positivamente lo scorso giugno
  • Lo studio di LAV dimostra come la domanda/offerta del mercato italiano renda sostenibile il divieto delle gabbie per le galline ovaiole
  • Lo studio del CRPA per CIWF Italia quantifica i costi della transizione cage-free nell’allevamento delle scrofe – in particolare nella fase di fecondazione-gestazione
  • Intervento scientifico della veternaria Dr.ssa Sujen Santini: Perchè in gabbia non può essere benessere
  • La coalizione italiana End the Cage Age: “È giunto il momento di cambiare pagina e relegare l’allevamento in gabbia al passato”

 

La transizione verso allevamenti senza gabbie è fattibile, oltre che doverosa, lo affermano LAV e CIWF Italia Onlus presentando per la coalizione italiana End the Cage Age due studi incentrati sul passaggio a sistemi cage-free per galline ovaiole e scrofe, durante il convegno La transizione possibile verso un’era senza gabbie: il caso dell’Italia – Dare seguito all’Iniziativa dei Cittadini Europei End the Cage Age tenutosi a Roma, presso Spazio Europa, in data 25 maggio.

 

La transizione possibile verso un’era senza gabbie: il caso delle galline ovaiole in Italia

Lo studio condotto da Lorenza Bianchi, dottore di ricerca in scienze economiche e Responsabile Area Animali negli allevamenti LAV, sottolinea come l’evoluzione delle forze di mercato, nel contesto italiano e in riferimento all’allevamento delle galline ovaiole, rappresenti un fattore chiave a sostegno della transizione verso un’era senza gabbie.

I consumatori sono sempre più attenti al benessere degli animali allevati a scopi alimentari, sia per motivi etici che per ragioni di carattere salutistico e di sostenibilità ambientale.

Produttori e distributori sono consapevoli di questa tendenza: in molti hanno già scelto di spostare la loro produzione verso sistemi di allevamento alternativi alle gabbie per incontrare le preferenze dei consumatori.

Le gabbie, anche quelle arricchite, non rispettano l'etologia delle galline. Inoltre, per una transizione a sistemi alternativi davvero efficace, è importante considerare le esigenze di specie, verso cui le galline sono fortemente motivate. Vietare l’uso delle gabbie è il primo passo nella direzione giusta, in cui si riconosca che un sistema basato sul maltrattamento degli animali ha implicazioni negative non solo sulla loro vita, ma anche su quella delle persone. Si pensi all'influenza aviaria e al grande rischio derivante dalle zoonosi. I tempi sono maturi per un divieto formale, che riconosca il cambiamento già in atto

ha spiegato Bianchi nel suo intervento.

 

 

Valutazione dell'impatto economico relativo all'eliminazione delle gabbie negli allevamenti suinicoli

Realizzato dal CRPA – Centro Ricerche Produzioni Animali per conto di CIWF Italia Onlus, il report analizza nel dettaglio i costi di passaggio a sistemi cage-free per le scrofe nelle fasi di fecondazione-gestazione e maternità.

Secondo lo studio, un allevamento a ciclo chiuso o da riproduzione può arrivare a spendere fino a 3.000 euro per scrofa in produzione per gli interventi di ristrutturazione e ampliamento delle porcilaie esistenti.

Lo studio, inoltre, quantifica gli investimenti da realizzare per la transizione a sistemi senza gabbie in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, tre regioni dove vengono allevati il 77,3% dei suini totali e il 64,6% delle scrofe: si parla di un investimento di circa 907 milioni di euro.

La transizione a sistemi d’allevamento cage-free richiede per gli allevatori investimenti importanti che per essere sostenibili economicamente necessitano del supporto di fonti di finanziamento pubbliche quali alcune specifiche misure del Programma di Sviluppo Rurale e gli Ecoschemi inclusi nella nuova PAC

ha dichiarato Alessandro Gastaldo, ricercatore del CRPA, illustrando il report realizzato da un gruppo di lavoro composto anche da Paolo Rossi, Claudio Montanari e Ambra Motta.

 

 

L’intervento di Sujen Santini, medico veterinario: perché il benessere non può essere messo in gabbia

Le gabbie e il conseguente confinamento in spazi ristretti impediscono il naturale movimento che è funzionale nel processo di salute fisica degli animali; le gabbie altresì impediscono la manifestazione dell’etogramma di specie dell’animale, ovvero quei modelli comportamentali innati e/o appresi che sono propri della specie cui esso appartiene, essenziale per garantire l’integrità emotiva e di conseguenza, l’alterazione dell’equilibrio emotivo si traduce in una alterazione fisiologica dell’assetto neuroendocrino dell’animale che quindi viene danneggiato nella sua totalità.

Partendo da queste affermazioni, la Dr.ssa Santini ha analizzato le conseguenze dell’essere allevate in gabbia nelle due specie oggetto dei report, galline e scrofe, dichiarando poi:

Perché sia benessere il sistema di allevamento deve rispettare l'integrità fisica ed emotiva dell’animale in quanto essere senziente, evitare esperienze negative e promuovere esperienze positive. Queste condizioni non possono esistere in gabbia. Il benessere non può essere messo in gabbia.

 

 

La coalizione italiana End the Cage Age: “È giunto il momento di cambiare pagina e relegare l’allevamento in gabbia al passato”

Abbiamo il dovere, come persone, come essere umani, di dare agli animali una vita che sia almeno degna - che sia giusta. Ma questo non è mai possibile nell’allevamento intensivo e tantomeno lo è in uno dei suoi simboli e strumenti più crudeli, la gabbia

ha dichiarato Annamaria Pisapia, direttrice CIWF Italia, aprendo i lavori del convegno.

Pisapia ha poi ricordato il percorso della Iniziativa dei Cittadini Europei End the Cage Age per divieto dell’uso delle gabbie nella zootecnia, e supportata da oltre 1.4 milioni di persone, che ha condotto all’impegno della Commissione Europea a presentare entro il 2023 una proposta legislativa per vietare le gabbie entro il 2027.

Una proposta su cui anche il Governo italiano, in quanto Stato membro della UE e parte del Consiglio dell’Unione Europea si dovrà pronunciare, tenendola in conto anche a livello nazionale.

Dobbiamo evitare che l'Italia arrivi in ritardo e che si metta passivamente ad aspettare fondi dall'UE per la transizione a sistemi senza gabbie, che invece va anticipata e favorita

ha sottolineato Gianluca Felicetti, presidente LAV

I consumatori sono disposti a pagare di più per prodotti da sistemi più attenti al benessere animale e hanno dato un chiaro mandato ai parlamenti dei singoli Paesi di intervenire senza attendere i tempi europei, che saranno più lunghi. In Italia con la modifica dell’art. 9 della Costituzione il miglioramento della protezione degli animali è diventato un dovere del legislatore

così Alessandro Ricciuti, presidente di Animal Law Italia

Durante il convegno, Ricciuti ha sottolineato come l’Italia sia indietro rispetto ad altri Paesi europei come la Francia, la Germania, l’Austria e la Repubblica Ceca, che hanno già adottato provvedimenti contro le gabbie.

Sono anni che le associazioni documentano le sofferenze degli animali rinchiusi nelle gabbie degli allevamenti intensivi.

Risale al 2012 la nostra prima inchiesta sulle gabbie – anche la nostra ultima, di queste settimane, è sulle gabbie. Queste immagini ci rendono tristi e arrabbiati. Le cose devono cambiare

ha detto Simone Montuschi, presidente di Essere Animali.

Un cambio oramai dovuto e che deve avvenire il prima possibile, come ha sottolineato Michele Pezone, responsabile dei diritti animali per LNDC Animal Protection, dichiarando:

I report che sono stati presentati confermano la possibilità e la doverosità di una transizione verso un sistema che sia non solo cage-free ma anche cruelty-free. La domanda che viene da farsi è: come è possibile che nel ventunesimo secolo, dopo decenni di denunce sulle crudeltà, siamo ancora a questo punto?

LAV e CIWF, insieme a tutte le associazioni intervenute, e a nome di tutta la coalizione italiana End The Cage Age, hanno rinnovato l’appello al Governo italiano a dare il proprio fondamentale contributo sia sostenendo la proposta legislativa della Commissione per vietare le gabbie in UE e avviando, tramite politiche economiche mirate, la transizione cage-free anche in ambito nazionale.

Noi associazioni continueremo la battaglia iniziata nel 2018 affinché questa epocale transizione possa avvenire e che l'era delle gabbie diventi solo un ricordo

ha concluso Roberto Bennati, direttore generale LAV, che ha moderato l’evento.

 

 

Nota

Formata da 22 associazioni* la coalizione trae il proprio nome dalla Iniziativa dei cittadini europei (ICE) End The Cage Age, che ha raccolto oltre 1 milione e 400 mila firme certificate in tutta Europa, ed è stata la prima ICE sul tema delle condizioni di allevamento degli animali allevati a scopo alimentare ad avere successo, nonché la terza in assoluto per numero di firme nella storia dell’UE. Un risultato straordinario, che mostra in modo inequivocabile la sempre maggiore sensibilità dei cittadini verso le condizioni di vita degli animali allevati.  Ed è proprio riconoscendo la voce forte e chiara dei cittadini che la Commissione europea lo scorso 30 giugno ha dichiarato di accogliere le istanze della ICE End the Cage Age, impegnandosi pubblicamente a presentare entro il 2023 una proposta legislativa per eliminare gradualmente le gabbie, con l’obiettivo di arrivare, entro il 2027, al divieto totale del loro impiego in Europa.   * Amici della Terra, Animal Aid, Animal Equality Italia, Animal Law Italia, Animalisti Italiani, CIWF Italia Onlus, Confconsumatori, ENPA, Essere Animali, HSI Italia, Il Fatto Alimentare, Jane Goodall Institute Italia, LAC – Lega per l’Abolizione della Caccia, LAV, Legambiente, LEIDAA, LNDC Animal Protection, LUMEN, OIPA, Partito animalista, Terra Nuova, Terra! Onlus.

Globe

Stai utilizzando un browser obsoleto che non supportiamo. Ti preghiamo di aggiornare il tuo browser per migliorare la tua esperienza e la tua sicurezza.  

Se dovessi avere ulteriori domande a riguardo, o qualsiasi altro problema, ti preghiamo di contattarci a info@ciwfonlus.it. Cerchiamo di rispondere a tutte le richieste entro due giorni. Tuttavia, a causa dei volumi di richieste che riceviamo, a volte potremmo metterci più tempo, ti preghiamo in quel caso di scusarci. In alternativa, se la tua richiesta è urgente, puoi contattare il nostro team di supporto al: +39 051 2960818  (le linee sono disponibili dalle 9:00 alle 17:00, dal Lunedi al Venerdì).