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Pesce: quello certificato rispetta criteri di benessere animale?

News Section Icon Pubblicato 22/07/2020

  • Un sondaggio commissionato da CIWF (Compassion in World Farming) ha rivelato che il 56% degli italiani intervistati non è sicuro che le certificazioni prevedano di tutelare il benessere dei pesci.
  • CIWF ha quindi analizzato quanto i 5 maggiori enti certificatori di prodotti ittici a livello globale tutelino effettivamente il benessere animale, rilevando che alcuni di essi consentono ancora pratiche che provocano enormi e terribili sofferenze ai pesci.
  • CIWF chiede quindi con una petizione indirizzata ai 5 CEO di Marine Stewardship Council (MSC), Aquaculture Stewardship Council (ASC), Best Aquaculture Practice (BAP), Global Good Aquaculture Practices (Global GAP) e Friend of the Sea (FOS) di avviare percorsi per migliorare le condizioni dei pesci, sia pescati che allevati.

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 Il sondaggio - CIWF (Compassion in World Farming) ha commissionato un sondaggio a YouGov che lo ha condotto online lo scorso maggio*. I risultati hanno mostrato che:

  •  Il 56% degli intervistati non è sicuro che le certificazioni prevedano di tutelare il benessere dei pesci;
  • In media i 2/3 degli intervistati (66%) ritiene che mettere in pericolo la fauna selvatica, tenere i pesci a digiuno e il loro abbattimento con una lunga e sofferta agonia - sia per i pesci pescati che per quelli allevati - sia inaccettabile;
  • Coerentemente con la domanda precedente, in media più dei 2/3 (67%) degli intervistati crede che sia inaccettabile che enti certificatori consentano le pratiche menzionate sopra;
  •  Quasi ¾ (73%) degli intervistati pensano che gli enti certificatori dovrebbero fare passi avanti per migliorare gli standard di benessere dei pesci o introdurne se non sono presenti.

Perché i pesci allevati e pescati soffrono – I pesci negli allevamenti possono essere tenuti in condizioni che limitano la possibilità di esprimere i loro comportamenti. I pesci, infatti, esplorano, giocano, hanno una vita sociale e sentono dolore e paura. Allevarli in ambienti spogli e sovraffollati, con un grande numero di individui costretto a vivere in uno spazio ristretto, può causare stress e aggressività in questi animali. Spesso, inoltre, i pesci non vengono nutriti fino a 14 giorni prima di essere macellati. Secondo CIWF si tratta di un tempo eccessivo perché per molte specie lo svuotamento delle viscere prima della macellazione avviene già in uno o due giorni. I pesci pescati possono rimanere schiacciati a causa del peso dei consimili, e sia quelli pescati che quelli allevati possono agonizzare fuori dall’acqua anche fino a un’ora prima di morire. Possono anche venire eviscerati quando sono ancora coscienti. Negli allevamenti, le conseguenze negative possono riguardare anche foche e delfini che si avvicinano per predare i pesci e che possono essere feriti o uccisi da colpi di armi da fuoco nel tentativo, da parte dello staff degli allevamenti, di essere allontanati.  

La valutazione dei 5 enti certificatori e la petizione – CIWF ha valutato le politiche di tutela dei pesci messe in atto da MSC, ASC, BAP, Global GAP GGN e FOS analizzando 8 fattori e riportando i risultati in una chiara tabella.  

Fish Welfare Infographic IT DEF

I risultati rivelano che gli enti certificatori hanno ampi margini di miglioramento degli standard di tutela del benessere dei pesci. Per questo CIWF ha lanciato una petizione ai 5 CEO degli enti certificatori chiedendo un impegno a migliorare i propri standard.  

 Le alternative – Soluzioni per migliorare la vita dei pesci negli allevamenti e lo stordimento e la macellazione dei pesci allevati e pescati sono disponibili. Diminuire la densità dei pesci negli allevamenti, aumentare la presenza degli arricchimenti per rendere l’ambiente stimolante e più idoneo, dotarsi di metodi di stordimento veloci ed efficaci che consentano una macellazione indolore è già possibile.

Dichiara Annamaria Pisapia, Direttrice di CIWF Italia Onlus: “Ci troviamo di fronte alla immane sofferenza di un numero enorme di pesci ogni anno, un numero così grande che facciamo fatica persino a contare: miliardi e miliardi di individui, esseri senzienti come tutti gli altri animali, vivono una vita indegna negli allevamenti intensivi sottomarini e hanno una morte atroce, una fine che condividono con i loro consimili pescati. La triste realtà è che i pesci sono tra gli animali più abusati sul pianeta. Per questo, è fondamentale che gli enti certificatori di prodotti ittici migliorino i loro standard di benessere animale e lo facciano al più presto” .

 Numeri:

Pesce allevato

51.000-161.000 milioni nel mondo

58-172  milioni in Italia

Pesce pescato

790.000 milioni / 2.3 miliardi a livello globale

1408 - 6450 milioni in Italia

Tutti i dati, a meno che non sia esplicitamente dichiarato, fanno parte del sondaggio di YouGov Plc. Il campione intervistato è di 1045 adulti. Il sondaggio è stato condotto online fra il 19 e il 22 maggio 2020. I dati sono pesati e rappresentativi degli italiani adulti (+ di 18 anni).

Per informazioni: Federica di Leonardo 393 6040255

 

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