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È tempo di ripensare i pesci: creature intelligenti e sensibili, sono gli animali allevati in maggior numero, più maltrattati e meno tutelati, privi di qualsiasi legislazione che li protegga. Questo deve cambiare!

I pesci come gli altri animali esplorano, viaggiano, socializzano, cacciano e giocano. Alcune specie si prendono cura dei propri piccoli e utilizzano strumenti proprio come facciamo noi esseri umani. I pesci sono esseri senzienti, capaci di soffrire e di provare dolore. La maggior parte dei pesci ha dei sensi estremamente sviluppati e possiede un eccellente senso del gusto, dell’olfatto, dell’udito e una visione a colori.

Fino a poco tempo fa in pochi sapevano che i pesci sono creature senzienti, o che possono provare dolore, e nemmeno la comunità scientifica prestava molta attenzione alle loro capacità mentali. Alcune recenti scoperte hanno invece gettato luce sulla questione. Infatti, i pesci conducono una ricca vita sociale, molto più complessa di quanto si pensasse: cacciano insieme e, in alcuni casi, sviluppano tratti culturali.

Al giorno d’oggi, purtroppo, un numero elevatissimo di pesci proviene da allevamenti intensivi. Così come quelli sulla terraferma, questi allevamenti sommersi sono luoghi sovrappopolati dove gli animali soffrono terribilmente. I pesci vengono inoltre macellati con metodi crudeli, in cui tocca loro una morte lenta e dolorosa per asfissia, pressione o per sventramento mentre sono ancora vivi.

È giunto il momento di cambiare il nostro atteggiamento nei confronti di questi straordinari animali. È ora di ripensare i pesci.

trote in un allevamento intensivo, in acque sporche e sovraffollate

Privi di qualsiasi norma che ne tuteli adeguatamente il benessere,  i pesci sono esposti alle più crudeli pratiche. Guarda la nostra ultima video inchiesta, realizzata in quattro allevamenti di trote in Polonia.

Cosa si cela dietro le certificazioni che si trovano sulle confezioni di pesce?
Scopriamo insieme quali sono gli standard previsti dalle cinque maggiori etichette, in base a otto parametri di benessere animale.

 

illustrazione di confezioni di pesce

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Macellazione

Macellazione

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I pesci sono la specie animale più utilizzata al mondo: i numeri sono elevatissimi e non c’è modo di sapere esattamente quanti esemplari vengano macellati in tutto il mondo semplicemente perché le cifre sono troppo alte. Facendo però un calcolo basato sul peso, si stima che ogni anno vengano uccisi dall’uno ai tre mila miliardi di pesci a scopo alimentare. Solo una percentuale infinitesimale di questo numero rappresenta i pesci che vengono macellati in maniera meno crudele.
La maggior parte dei pesci  in tutto il mondo, dunque, subisce una morte terribile, segnata da una sofferenza profonda e duratura. In molti allevamenti ittici, il metodo di macellazione utilizzato abitualmente è quello di togliere i pesci dall’acqua in cui respirano per lasciarli “affogare” nell’aria (morte per asfissia). In questo modo può volerci fino ad un’ora prima che il pesce muoia, dopo aver lottato per riuscire a respirare. Nei casi peggiori, i pesci vengono eviscerati mentre sono ancora coscienti.

Esistono altre metodologie crudeli utilizzate per la macellazione: l’immersione in una miscela di acqua e ghiaccio, l’esposizione all’anidride carbonica e il dissanguamento sono solo alcuni esempi che possiamo citare. Tutte queste provocano paura e dolore immensi: la violenta lotta che i pesci cercano di mettere in atto e i tentativi di fuga per mettersi in salvo ne sono la riprova. La sofferenza può inoltre essere estremamente prolungata: alcuni pesci rimangono coscienti e soffrono per diversi minuti dopo essere stati sventrati e lasciati a dissanguarsi.


Spigole e orate vengono allevate in grandi quantità in Europa. In questi allevamenti è normale che i pesci vengano sbattuti in liquidi melmosi ghiacciati e lasciati a morire, una pratica tanto crudele che anche l’Organizzazione mondiale della sanità animale ne ha richiesto l’abolizione. Questo liquido melmoso ghiacciato rallenta il metabolismo del pesce, lasciandolo però vivo e sofferente più a lungo. Come mostrato dalle riprese da noi effettuate, alcuni pesci sono ancora vivi mentre vengono impacchettati e spediti ai negozi, annaspando disperatamente alla ricerca di aria per sopravvivere: uno scenario considerato intollerabile per qualsiasi altro animale allevato a fine alimentare.

Ma metodi di macellazione meno crudeli esistono già: per esempio, in Norvegia e Regno Unito i pesci vengono storditi prima di essere uccisi. Senza però la presenza di una legge, la maggior parte degli operatori del settore preferisce mantenere i costi al minimo senza dover spendere per comprare l’attrezzatura necessaria ad assicurare ai pesci una morte rapida.

Si può consumare “responsabilmente” il pesce?

Si può consumare “responsabilmente” il pesce?

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Il numero di pesci presenti in natura sta precipitando in maniera drammatica a causa dello sfruttamento intensivo della pesca: alcune stime indicano che il 90% dei pesci di grandi dimensioni sono stati pescati in maniera non sostenibile.

Se la pesca dovesse continuare a questi ritmi, senza lasciare all’ecosistema marino il tempo di riprendersi, i nostri oceani potrebbero diventare praticamente deserti entro il 2050. Una volta che queste creature e habitat andranno persi non si potrà più tornare indietro. Quello che è certo è che le future generazioni potrebbero ereditare un mondo senza pesci.

La scienza parla chiaro: la dieta migliore è quella che contiene più frutta, verdura e cibi vegetali. Se guardiamo alla questione dal punto di vista della salute umana, della sostenibilità ambientale e ovviamente del benessere degli animali, la soluzione migliore è un consumo minore di carne e pesce. Nel caso si voglia continuare a consumare pesce, si dovrebbe optare per prodotti ittici  in cui il benessere animale è stato preso in considerazione. Non quindi, da allevamenti intensivi, né da pesce selvaggio in cui non sia documentata attenzione ai metodi di macellazione più indolori. I governi e le grandi catene alimentari hanno promosso messaggi confusi, spronando i consumatori a optare per il pesce. Data la condizione già grave di alcuni ecosistemi marini, se questo consiglio dovesse essere seguito ci ritroveremo con un mare senza pesci. È possibile godere di tutti i benefici alimentari consumando i prodotti vegetali corretti, come noci, semi e avocado. Di certo, il pesce non fa bene alla salute se consumato troppo di frequente: per esempio, il tonno contiene alti livelli di mercurio che potrebbero rivelarsi dannosi per il cervello.

Le persone che scelgono di mangiare pesce devono tenere in considerazione sia la problematica della sostenibilità che quella del benessere degli animali. Al momento è praticamente impossibile consumare pesce che abbia vissuto una vita senza sofferenze e i programmi di certificazione della sostenibilità non tengono conto del benessere dell’animale.  Se non diversamente indicato, è ragionevole pensare che il pesce venduto al supermercato abbia sofferto durante l’allevamento, la cattura o la macellazione.

È però possibile scoprire quali pesci possono essere acquistati senza contribuire al declino dell’ecosistema e per questo incoraggiamo i nostri sostenitori a visitare il sito web della Marine Conservation Society, che ha compilato una dettagliata guida al riguardo. La regola generale da tenere a mente è che è sempre meglio comprare pesce localmente, da un operatore di dimensioni ridotte e non industriali.

Se si compra pescato proveniente da allevamenti, è meglio optare per specie non carnivore in basso alla catena alimentare, come per esempio tilapia e carpe, in modo da non aumentare l’utilizzo di mangime contenente pesce pescato.

Al momento purtroppo, le crudeli pratiche di macellazione dei pesci rimangono un problema comune e diffuso in tutto il settore ed è difficile trovare prodotti ittici in cui la tutela dei pesci sia stata messo al primo posto.

Incoraggiamo i nostri sostenitori a confrontarsi con i marchi e i supermercati utilizzati per indagare la posizione assunta sul benessere dei pesci.

Che cosa abbiamo fatto?

Che cosa abbiamo fatto?

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  • Abbiamo lanciato un sondaggio per capire cosa pensano gli italiani dei pesci
  • Abbiamo realizzato una video inchiesta per testimoniare come i pesci vengono allevati e macellati
  • Abbiamo chiesto al Ministro della Salute misure stringenti per una macellazione più rispettosa dei pesci
  • Abbiamo lanciato una petizione internazionale per chiedere ai responsabili delle più importanti certificazioni ittiche internazionali di adottare dei criteri per il benessere animale più stringenti
  • Abbiamo pubblicato un'investigazione sull'industria scozzese del salmone che rivela una sofferenza su vasta scala, con infestazioni di parassiti e tassi di mortalità scioccanti. A supporto dell'investigazione abbiamo lanciato una petizione per chiedere al Governo scozzese di fermare l'espansione sconsiderata di questa industria e di porre fine alla sofferenza di questi animali.
  • Nel dicembre 2022, abbiamo consegnato alla Commissione europea una petizione con più di 150.000 firme per chiedere nuovi standard di tutela per il benessere dei pesci.
  • A fine ottobre 2023, abbiamo pubblicato una nuova video inchiesta realizzata in quattro allevamenti di trote in Polonia che mettono in luce le crudeltà subite dai pesci allevati all'interno dell'UE.
  • Abbiamo invitato i nostri sostenitori e sostenitrici a unirsi a noi per chiedere alla Commissione europea norme che garantiscano maggiori tutele per i pesci: abbiamo raccolto oltre 500 disegni con messaggi originali indirizzati alla Commissione UE.
  • A febbraio 2024 li abbiamo presentati a Bruxelles, esponendoli in un grande striscione esposto davanti alla sede della Commissione, per far valere la volontà delle cittadine e dei cittadini europei.
  • A marzo 2024, abbiamo consegnato tutti i contributi ricevuti direttamente alla Commissione, portando personalmente la nostra richiesta ai decisori politici.
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