Quando si parla di accesso al cibo la soluzione che viene spesso additata come la migliore propone la strada della “intensificazione sostenibile”.
Questa si basa sul presupposto errato che è necessario aumentare la produzione alimentare per dare da mangiare a tutti.
Infatti, spesso si legge che, per poter nutrire la popolazione mondiale che nel 2050 si prevede sarà di 9,6 miliardi di persone, la produzione alimentare dovrà aumentare di circa il 70%.
Ma questo è un falso mito. Addirittura alcune stime affermano che siamo già in grado di produrre abbastanza per sfamare fino a 14 miliardi di persone (I). Ma più della metà di questi prodotti vengono sprecati. La vera sfida non sta tanto nel produrre di più, ma nello sprecare di meno, consumare meno carne e prodotti lattiero caseari e solo quelli prodotti in modo sostenibile.
Lo spreco nel piatto
C’è un enorme spreco di calorie derivanti da cereali. Il 61% delle calorie prodotte da cereali a livello globale viene sprecato:
- il 27% come mangime per gli animali
- il 25% viene perso dopo il raccolto o scartato da retailers o consumatori
- il 9% usato come biofuel
Come prima cosa è necessario quindi ridurre lo spreco. Come? Calcolatrice alla mano, se si dimezzasse la quantità di cereali che normalmente vengono utilizzati come mangime animale, si potrebbero sfamare 1,75 miliardi di persone in più.
Così quello che ad oggi viene classificato come spreco - gli animali infatti sono dei pessimi convertitori di calorie - potrebbe finire nei nostri piatti sotto forma di cereali.
Secondo, se si riuscisse a dimezzare lo spreco di calorie post raccolto o dovuto allo scarto dei retailer/consumatori, si potrebbero nutrire un miliardo di persone in più.
In ultimo, sulla base dei dati forniti dalla relazione provvisoria dell’Istituto delle Risorse Mondiali , abbiamo calcolato che si potrebbero sfamare altri 310 milioni di persone se entro il 2050 si riuscisse a diminuire il numero di persone obese e sovrappeso, eliminando l’obesità e dimezzando il numero di individui sovrappeso.
Adottando queste contromisure, si potrebbero sfamare circa 3 miliardi di persone, coprendo tranquillamente l’aumento di popolazione previsto entro il 2050. Un aumento della produzione potrebbe essere necessario in certe regioni o in specifici casi, ma alla luce delle diverse forme di perdita e spreco appena descritte, affermare che per il 2050 occorre aumentare la produzione alimentare globale del 70% significa sovrastimare la quantità di produzione supplementare necessaria.
Non c’è bisogno di intensificare ulteriormente la produzione, basta dare il giusto peso a metodi di allevamento e coltivazione che non compromettano le risorse naturali dalle quali dipende la nostra possibilità di produrre cibo.
Fonti
- De Schutter, Nous pourrions nourrir deux fois la population mondiale, et pourtant... 2014 Le Point 09/09/2014 http://mobile.lepoint.fr/environnement/nous-pourrions-nourrir-deux-fois-la-population-mondiale-et-pourtant-09-09-2014-1861529_1927.php#xtor=CS1-31