[UPDATE: Campagna conclusa con la consegna delle firme il 12 luglio 2022 - Leggi la notizia]
La pandemia di COVID – 19 ha evidenziato i pericoli derivanti dall’ignorare grandi problemi fino a che questi non ci colpiscono duramente. Altre potenziali crisi, oltre a quelle sanitarie, ci minacciano ora: il cambiamento climatico, l’antibiotico resistenza, la perdita di biodiversità e l’inquinamento; eppure potrebbero pericolosamente essere dimenticate.
Gli allevamenti intensivi rappresentano l’ambiente perfetto per la diffusione di batteri e virus che possono minacciare anche la salute umana.
Quando sono allevati intensivamente gli animali vivono in condizioni di stress e sovraffollamento, spesso tra le loro stesse feci. Questo causa un indebolimento del loro sistema immunitario, rendendo spesso necessario l’abuso di antibiotici al fine di mantenerli in vita a tutti i costi.
Importanti autorità scientifiche sono ormai concordi sul fatto che la produzione intensiva di prodotti di origine animale aumenti il rischio di diffusione di altre epidemie.
Negli anni a venire dovremo essere in grado di evitare ulteriori pandemie e agire sul cambiamento climatico per evitare crisi future; per questo dobbiamo iniziare adesso a cambiare i sistemi con cui coltiviamo e alleviamo, e ciò che mangiamo.
Per questo sollecitiamo l'adozione di un piano d'azione per salvaguardare la salute umana, il nostro pianeta e il benessere degli animali: la costruzione di una transizione sistemica dall’allevamento intensivo all’allevamento rigenerativo, insieme con una diminuzione del numero di animali allevati a livello globale.
Abbiamo lanciato una petizione per richiedere alle maggiori organizzazioni internazionali e al nostro Governo di mettere fine agli allevamenti intensivi e proteggere il nostro futuro.