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Questo non è benessere animale!

La certificazione che inganna i consumatori

Animali tenuti sempre al chiuso, ammassati gli uni sugli altri, impossibilitati a esprimere i propri comportamenti naturali NON sono esempi di benessere animale, né di transizione verso una maggiore sostenibilità ambientale.

Prodotti ottenuti da animali allevati in modo intensivo NON possono essere certificati con il bollino Benessere Animale! 

NOI NON CI STIAMO!

Fai arrivare ai ministri la voce di animali e consumatori

Eppure, è su questa strada che si è incamminato il nostro Governo. Sulla strada del voler considerare “benessere animale” pratiche ai margini degli standard minimi di legge.

Non possiamo restare a guardare, e – nonostante ripetute richieste – le voci dei consumatori e delle organizzazioni per la protezione degli animali e dell’ambiente non sono ancora state ascoltate.

Fai arrivare anche la tua voce al Ministro della Salute Roberto Speranza e al Ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, per chiedere di rivedere con urgenza il progetto di decreto.

Senza le opportune modifiche richieste, il claim “benessere animale” della certificazione ministeriale sarà una beffa irrispettosa della sofferenza degli animali negli allevamenti intensivi.

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Ministri dite no all'inganno sul benessere animale - campagna social #BugieInEtichetta
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Contro cosa ci battiamo

Il Sistema di Qualità Nazionale Benessere Animale, portato avanti dai Ministeri delle Politiche agricole e della Salute insieme con Accredia, e istituito con l’articolo 224 bis nel Decreto Rilancio, prevede la certificazione e l’etichettatura volontaria di prodotti di origine animale che rispettano standard superiori ai requisiti di legge.

Uno strumento potenzialmente positivo ma purtroppo la sua attuazione, ovvero la certificazione ministeriale che sta per essere votata in Conferenza Stato-Regioni, prevederebbe di etichettare con il claim “benessere animale” anche prodotti provenienti da allevamenti con pratiche ai margini degli standard minimi di legge (e quindi intensivi) in cui non è garantito affatto il benessere animale. Tale certificazione garantirebbe inoltre  accesso ai fondi PAC e PNRR, configurandosi quale vero e proprio raggiro nei confronti dei consumatori.

Da anni lavoriamo su questo tema e dallo scorso settembre chiediamo ai ministri competenti di rivedere lo schema di decreto insieme a Animal Equality, Animal Law Italia, Animalisti Italiani, Confconsumatori, ENPA, Essere Animali, Greenpeace, LAV, Legambiente, LEIDAA, OIPA, The Good Lobby, WWF.

Un sistema di certificazione che non comunica in modo trasparente ed accessibile quali siano gli standard di maggior tutela in termini di benessere animale si ridurrebbe infatti a uno strumento di disinformazione.

È necessario che l’etichettatura dei prodotti alimentari informi il consumatore in maniera semplice ed esaustiva circa la rispondenza tra il singolo prodotto e la tutela accordata all’animale nell’arco della sua intera esistenza.

Indicare in etichetta, in modo il più possibile accurato e completo, i diversi metodi di allevamento prevedendo più livelli è l’unico strumento per permettere ai consumatori di compiere scelte di acquisto pienamente consapevoli.

Come affermato dalla Commissione europea in relazione alla strategia From Farm to Fork:

Il miglioramento del benessere degli animali si traduce nel miglioramento della salute degli animali e della qualità degli alimenti e in una minore necessità di medicinali, e può contribuire a preservare la biodiversità. Si tratta inoltre di un aspetto evidentemente desiderato dai cittadini. [Cfr. COM(2020) 381 final]

Il sistema di certificazione proposto rappresenta un inganno perpetrato ai danni del consumatore, indotto a fidarsi di una certificazione che di fatto non si rivela affidabile né veritiera.

Cosa chiediamo ai ministri

Con le organizzazioni partner della coalizione #BugieInEtichetta, chiediamo al Ministro della Salute, Speranza, che è responsabile per il benessere animale, e al Ministro delle Politiche Agricole Patuanelli, responsabile della qualità del Made in Italy, di modificare l’attuale schema di decreto accogliendo le seguenti modifiche:

  1. Inserire più livelli di certificazione per ogni specie (come avviene per le uova), visibili e comparabili in etichetta.
  2. Eliminare dal testo i riferimenti al controllo e alla gestione delle emissioni nell’ambiente, (tema cruciale ma scollegato dal benessere animale, che rende ancora più ingannevole l’etichetta).
  3. Inserire tra i criteri per definire il benessere animale i bisogni etologici di specie, la densità degli animali e le condizioni di trasporto.
  4. Prevedere controlli non annunciati – sia per la produzione primaria che per il settore alimentare – almeno una volta all’anno, e non ogni tre come previsto dal decreto.
  5. Includere tre rappresentanti esperti della società civile nel Comitato Tecnico, visto il suo ruolo centrale nel garantire il benessere animale.

Auspichiamo dunque che il Ministro Speranza e il Ministro Patuanelli intervengano prontamente, per offrire ai cittadini italiani un sistema di certificazione trasparente, che rifletta e incentivi veramente condizioni di allevamento migliorative del benessere degli animali.

LE ORGANIZZAZIONI PARTNER DELLA CAMPAGNA

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Se dovessi avere ulteriori domande a riguardo, o qualsiasi altro problema, ti preghiamo di contattarci a info@ciwfonlus.it. Cerchiamo di rispondere a tutte le richieste entro due giorni. Tuttavia, a causa dei volumi di richieste che riceviamo, a volte potremmo metterci più tempo, ti preghiamo in quel caso di scusarci. In alternativa, se la tua richiesta è urgente, puoi contattare il nostro team di supporto al: +39 051 2960818  (le linee sono disponibili dalle 9:00 alle 17:00, dal Lunedi al Venerdì).