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Minacce per la salute pubblica

Non sono solo gli animali a soffrire a causa degli allevamenti intensivi; anche la nostra salute viene messa a rischio.  Gli allevamenti intensivi favoriscono la trasmissione di malattie e le mutazioni degli agenti patogeni in ceppi più pericolosi.

Malattie di origine alimentare

Le condizioni d’allevamento nei sistemi intensivi, in cui gli animali vivono ammassati in spazi ristretti, favoriscono la trasmissione di malattie e le mutazioni degli agenti patogeni in ceppi più pericolosi. Uno studio recente effettuato nel Regno Unito ha constatato che gli allevamenti di galline in batteria sono sei volte più suscettibili degli altri tipi di allevamento di essere infettati dal ceppo di Salmonella più spesso associato alle intossicazioni alimentari. Le malattie di origine alimentare come quelle veicolate da E. coli e Salmonella provocano delle gastroenteriti e possono, nei casi estremi, portare alla morte.

«Più del 75 % dei polli in Europa soffrono di infezioni da Campylobacter, una causa comune di intossicazione alimentare. (Fonte: Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, 2010)» 

Largo impiego di antibiotici

Gli allevamenti intensivi impiegano correntemente degli antibiotici per prevenire le malattie legate alla promiscuità degli animali, indipendentemente dal fatto che l’animale sia infetto o no, e  - in certi paesi come gli Stati Uniti - anche per stimolare la crescita. Il sovrautilizzo degli antibiotici (in particolare le dosi blande o i trattamenti incompleti) è la principale causa alla base dell’aumento della resistenza agli antibiotici, che rende questi farmaci inefficaci proprio nel momento in cui sarebbero più necessari. Un mondo senza antibiotici efficaci è una prospettiva angosciosa, ma assolutamente reale.

«Quasi l’80% di tutti gli antibiotici distribuiti nel 2009 negli Stati Uniti erano destinati agli animali da allevamento. (Fonte: US Food and Drug Administration, 2009)»

L'alleanza per salvare i nostri antibiotici

Tre organizzazioni, tra cui CIWF, hanno unito le loro forze per far cessare l’impiego scriteriato di questi prodotti farmaceutici vitali e per mostrare che esiste un modo migliore di proteggere, in futuro, la salute umana e animale.

La nostra campagna, denominata Alleanza per salvare i nostri antibiotici (Alliance to save our antibiotics), richiede la progressiva riduzione dell’utilizzo globale di antibiotici negli allevamenti, il divieto, su scala UE, di certi tipi di impiego sugli animali d’allevamento, e l’impiego limitato di antibiotici specifici «di importanza cruciale».

Siamo quello che mangiamo

Certi alimenti prodotti dagli allevamenti intensivi sono meno sani per noi. Studi recenti indicano che la carne proveniente dagli animali allevati in maniera intensivo contengono livelli più bassi di acidi grassi omega-3 e rapporto omega-6/omega-3 meno favorevole. È stato dimostrato che un apporto inadeguato di omega-3 e un rapporto omega-6/omega-3 squilibrato hanno una correlazione con alcune patologie cardiovascolari e con certi tipi di tumori. L’allevamento intensivo ha contribuito a creare una nuova era della carne «a buon mercato», nella seconda metà del secolo scorso. Si ritiene che questo aumento di carne a poco prezzo abbia un effetto sulla nostra salute e «nutra» l’epidemia di obesità la quale, sua volta, aumenta la diffusione di patologie come il diabete, le malattie cardiache e il cancro.

« Un consumo massiccio di carne rossa può aumentare del 43% il rischio di contrarre alcuni tipi di tumore. (Fonte: World Cancer Research Fund, 2011)»

Cosa puoi fare?

L’allevamento intensivo minaccia la nostra salute. Intraprendendo azioni per limitare l’allevamento intensivo, non partecipiamo semplicemente a una rivoluzione agricola e alimentare, ma contribuiamo anche alla creazione di un mondo più sano.

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